La struttura del doppio pavimento è un elemento tecnico considerevole e di sicuro valore. Grazie alle nuove tecnologie costruttive, oggi non è prerogativa dei soli veicoli di fascia alta ma viene proposta anche in quelli di fascia media. Scopriamo 3 tipi di doppio pavimento: quello su telaio Al-Ko, il doppio pavimento "tecnico" e l'innovativo doppio pavimento ideato da Mobilvetta.
La comparsa sul mercato, in maniera diffusa, del doppio pavimento, è avvenuta all’incirca una ventina di anni fa ed era un pregio dei soli motorhome. Una volta conosciuto e apprezzato, le aumentate richieste di mercato hanno spinto le aziende produttrici a nuove tecnologie costruttive dai costi più contenuti, sia per chi produce, che per chi acquista, estendendo così l’offerta anche sui mansardati e semintegrali.
Prendendo come esempio Mobilvetta, che in catalogo ne ha tre differenti versioni, vediamo adesso in dettaglio le diverse caratteristiche e come sia possibile accontentare un maggior numero di camperisti.
Ottimo per l'isolamento termico
Il doppio pavimento è un’ottima soluzione per quanto riguarda l’isolamento termico, acustico e per il carico, durante la sosta questo isola dal terreno e durante la marcia aumenta il comfort in maniera sensibile, inoltre risulta essere un ulteriore spazio a disposizione per lo stivaggio.
Con il doppio pavimento è possibile anche modificare la classica geometria dell’impianto idrico, in modo da renderlo adatto all’utilizzo invernale con temperature rigide, spostando il serbatoio delle acque chiare dal classico posizionamento sotto la dinette nel doppio pavimento, recuperando anche spazio per l’impiantistica, e mettendo quello delle acque grigie in posizione “calda” rispetto al classico aggancio sotto-telaio, evitando il congelamento delle acque reflue al suo interno.
Un altro elemento da considerare è il bilanciamento dei pesi, con il doppio pavimento il posizionamento dei serbatoi all’interno di esso in maniera centrale, rende il mezzo più equilibrato, anche per l’abbassamento del baricentro, mentre per i posizionati all’esterno occorre adattarsi alla cellula e accontentarsi degli spazi lasciati dalla meccanica del mezzo.
Perché non tutti i mezzi possono avere il doppio pavimento?
Il telaio su cui il costruttore intende allestire il mezzo è la base su cui partire, ma le diverse meccaniche di base, comprese quelle affiancate dal telaio Al-Ko ribassato, hanno delle misure completamente differenti, in fatto di altezza, e questo influisce sulla progettazione e risultato finale, sia in termini di dimensioni che guidabilità.
Inoltre c’è la variante del costo e la scelta della casa costruttrice è anche influenzata dal prezzo finale e dal posizionamento del mezzo nella fascia di mercato.
Le tipologie di doppio pavimento finora erano due: il primo su telaio Al-Ko con la possibilità di stivaggio, il secondo denominato doppio pavimento tecnico, che consentiva solamente il posizionamento degli impianti, infine è sbucato il terzo, una soluzione mista tra i due, ideata da Mobilvetta.
Non è da considerarsi un doppio pavimento il sistema di costruzione che, tramite la chiusura di spazi tra longheroni e traverse del telaio, ricava uno spazio per i serbatoi.
Questo perché il doppio pavimento è composto da due lastre, un pavimento inferiore e uno superiore, che creano un’intercapedine.
Doppio pavimento alto su telaio Al-Ko
Partiamo dalla prima tipologia di doppio pavimento chiamato anche “alto”, che si trova su telaio Al-Ko, perché l’intercapedine che si viene a creare va dai 25 ai 50 centimetri.
Il telaio ribassato Al-Ko permette di partire da una misura inferiore dal telaio originale, e su questa base si appoggia la prima lastra di pavimento, e ogni casa costruttrice opta per una tipologia di materiale diverso per la lastra, di conseguenza varia anche lo spessore, poi viene posizionato il contro-telaio e la seconda lastra di pavimento.
Lo spazio a disposizione che si crea con questo tipo di doppio pavimento, permette di ricavare botole interne, gavoni passanti accessibili dalle bandelle per lo stivaggio, insomma permette molta flessibilità ai costruttori.
Il telaio Al-Ko è rinomato anche per le sue doti di rigidità, che influiscono sulla guidabilità del mezzo, oltre al fatto di abbassare il baricentro, inoltre ha anche una carreggiata allargata.
Unica nota dolente: il prezzo, purtroppo questo elemento costruttivo di qualità si paga, e perciò il listino del mezzo lievita.
Doppio pavimento tecnico
La seconda tipologia di doppio pavimento detto “basso” o tecnico, può variare dai 5 ai 15 centimetri di altezza, con la medesima tecnologia costruttiva di quello “alto”, variano solo le misure in gioco.
La versione più bassa da 5 centimetri ha una funzione di isolamento termico, in qualche caso vi passa anche il riscaldamento, sia per comodità che per avere ancora più confort a bordo, avendo il pavimento riscaldato.
Nella sua massima estensione a 15 centimetri vengono inglobati i serbatoi di acque chiare e grigie, in questo caso non si avranno gavoni accessibili dall’esterno ma qualche piccolo pozzetto interno. Questa soluzione viene realizzata su telai originali, contenendo il costo finale, e non andando fuori misura con l’altezza del mezzo, rendendolo inguidabile.
Tra un doppio pavimento alto e basso non vi è nessun vantaggio a livello di isolamento termico e acustico, la differenza la fanno gli spessori utilizzati nelle lastre del pavimento, di sicuro un doppio pavimento alto ha più capacità di stivaggio.
Doppio pavimento Mobilvetta
L’alternativa tra il funzionale e costoso Al-Ko e il semplice doppio pavimento tecnico, nasce da una progettazione di Mobilvetta, che ha saputo inglobare il meglio delle due soluzioni, ovvero spazio e riduzione del costo finale. (Nella foto sopra il doppio pavimento del Krosser Mobilvetta)
Sul telaio originale del Fiat Ducato sono riusciti a ricavare un’intercapedine di ben 19 cm, senza stravolgere l’altezza finale del veicolo, con la lastra inferiore di 38mm di spessore e quella superiore di 20mm.
Questo doppio pavimento ha permesso di posizionare i serbatoi di acque chiare e grigie sopra l’assale posteriore, per un perfetto bilanciamento dei pesi, serbatoi ispezionabili per la pulizia attraverso una botola, inglobando anche i rubinetti per lo scarico, che in questo modo saranno sempre al riparo dal gelo.
Lo spazio rimanente è stato sfruttato ricavando delle pratiche botole portaoggetti, accessibili dall’interno del mezzo, e un gavone passante accessibile da due portelloni ricavati dalle bandelle laterali. Tutto questo ha portato verso un incremento dello stivaggio di ben 690 litri, senza rendere il mezzo più alto del dovuto e senza aggiungere troppi costi sul listino finale.
Ogni qualvolta che si pensa che non ci sia altro da inventare, case costruttrici come Mobilvetta ci smentiscono!