L’inquinamento dell’ambiente, oltre a danneggiarci dal punto di vista naturalistico, danneggia anche l’economia: bisogna dotarsi di quelle attrezzature che servono a ridurre l’inquinamento ma, soprattutto, avere l’approccio giusto.
Recentemente ho seguito un’inchiesta televisiva che parlava dell’inquinamento del mare di un’isola italiana. L’inchiesta era incentrata su di una località in particolare, ma la giornalista che l’ha condotta ha spiegato che l’inquinamento del mare è presente anche in altre regioni italiane. Le immagini ci hanno mostrato delle bellissime spiagge solcate da fognature a cielo aperto che scaricano i liquami direttamente in acqua. Certo che per l’Italia, le cui entrate provengono principalmente dal terziario, non è una bella pubblicità, anche in considerazione del fatto che nel nostro Paese vi sono tantissimi enti che si battono per valorizzare il turismo.
Borghi più belli d’Italia, Paesi a bandiera arancione, Comuni fioriti, Paesi dipinti, Paesi a bandiera gialla, senza contare le associazioni ambientalistiche come il WWF o Lega Ambiente, sono solamente alcune delle organizzazioni che cercano di valorizzare le nostre bellezze, con lo scopo di rendere appetibile l’Italia al turismo internazionale e di conservarne il patrimonio. La stessa nostra rivista, con i suoi articoli, pubblicizza in modo molto capillare le località del nostro Paese, incluse quelle più sconosciute. E questa pubblicità è tanto più efficace perché fatta da persone che non sono dei professionisti, ma degli amanti del turismo itinerante, che quindi hanno molto rispetto della natura e di tutto ciò che c’è di bello e destinano ciò che scrivono a persone che dovrebbero avere la stessa filosofia di vita. Dispiace pertanto notare che, a causa dell’incuria di certe amministrazioni e di alcune persone, tra le quali anche qualche “collega” camperista, gran parte degli sforzi fatti per valorizzare e salvaguardare il patrimonio nazionale vengano in parte vanificati. Poiché questa rivista è destinata a tutti gli amanti del turismo itinerante e dell’abitar viaggiando, è proprio a loro che mi rivolgo in particolare. Fa comodo a tutti risparmiare qualche soldino ed evitare di utilizzare le strutture di accoglienza.
Il campeggio libero è economico e, soprattutto, è più entusiasmante, ma ricordiamoci che la sua economicità è abbastanza apparente perché in caso di inosservanza delle regole e dunque qualora si inquini l’ambiente che ci ha ospitato gratuitamente, qualcun altro dovrà bonificare per noi. Questo costa quattrini, senza considerare il rischio a lungo termine per la salute. Ampliando il discorso, purtroppo l’atteggiamento poco consono e rispettoso del singolo è spesso specchio del modo di fare di molti. Non a caso infatti la Commissione Europea di recente ha dato un ultimatum all’Italia, ferma rispetto al resto d’Europa sul fronte della mobilità sostenibile e inoperosa sul fronte dell’inquinamento atmosferico.
Ognuno di noi nel suo piccolo deve smettere di pensare in modo egoistico, il bene di tutti è superiore al bene del singolo, almeno per quanto riguarda il patrimonio naturale ed artistico. Dobbiamo cominciare a pensare all’Italia come alla casa di tutti gli italiani. Mi rendo conto che gli italiani abbiano origini, tradizioni, mentalità e costumi diversi per ogni regione, per cui è molto difficile creare un amalgama omogeneo, ma dobbiamo renderci conto che alla Commissione Europea le nostre diversità non interessano e quindi ogni deficienza dell’Italia porterà immancabilmente a sanzioni pecuniarie.
Buon viaggio a tutti!