Castilla y Leon alla scoperta della Vera Anima Spagnola in Camper

Terra aspra e verace, tradizione religiosa e tanta cultura storica insieme testimoniano lo splendore delle corti spagnole che hanno reso grande l’Europa. Un viaggio per quei cavalieri del camper, degno delle storie del migliore dei Don Chisciotte

La Castilla y Leon, assieme alla Castilla-La Mancha, è la regione che rappresenta il nucleo originale della Spagna cristiana, così come la conosciamo oggi. Da questi luoghi si è sprigionata infatti la scintilla che ha portato Isabella la Cattolica e suo marito Ferdinando II d'Aragona ad iniziare la riconquista e la riunificazione del Paese. Da queste terre è nata quella cultura spagnola che ha tanto influenzato sia la Penisola iberica che gran parte del mondo. E, visti i presupposti, è inevitabile che i viaggiatori attratti dalla storia spagnola e dalle vicende che portarono la Spagna a dominare il mondo con Carlo V, decidano di visitare questa terra la cui ricchezza monumentale evidenzia più di ogni altra cosa il travaglio di vicende che la interessò. Andando oltre le località classiche, l’itinerario che presentiamo si snoda principalmente attraverso i castelli, villaggi e cittadine, che meglio raccontano la storia e l’anima di questa regione che ha reso la Spagna grande.

Fuentes de Valdepero, villaggio castigliano

Prima di immergersi nel bel centro storico di Palencia, vale la pena fermarsi a Fuentes de Valdepero, un sonnacchioso villaggio tipicamente castigliano, distante una decina di chilometri dal capoluogo, per dedicarsi alla visita del Castello de los Sarmiento, uno dei più belli della provincia, fondato nel XV secolo dalla famiglia di cui porta il nome. Il castello fu posto sotto assedio e conquistato nel 1521 per opera dei “comuneros” agli ordini del vescovo Acuña, durante la rivolta contro Carlo V e venne liberato al termine dello stesso anno, dopo la sconfitta dei rivoltosi nella Battaglia di Villalar. Della fortezza, splendidamente conservata e che assunse all'incirca l'aspetto attuale dopo il rafforzamento attuato in seguito alla liberazione dai “comuneros”, si possono visitare le sale, le torri ed i camminamenti di ronda (www.castillodelossarmiento.es).

Del borgo vero e proprio si ha già notizia nel secolo IX, come testimonia l'arco della porta nord che conduceva a Monzon de Campos. Palencia fu anche al centro della riconquista e delle terribili campagne militari intraprese da Muhammad ibn Abī ‘Āmir, meglio conosciuto come Almanzor, contro il regno di Leon. Non sono molte le attrazioni del paese, salvo il tipico aspetto di borgo rurale castigliano con le basse case sferzate dal vento invernale e dall'implacabile sole estivo. Tuttavia il castello non è il solo monumento che catalizza l'attenzione del visitatore; la chiesa parrocchiale Nuestra Señora de la Antigua, del XIII secolo, ma ampliata nei secoli XVI e XVII, è un altro edificio che racconta la storia dell'architettura spagnola, come la illustra il romanico dell'Eremo de San Pedro, anch'esso databile nel secolo XIII.

Palencia, città dalle antiche origini 

Chiamata Pallantia in epoca romana, Palencia possiede una storia caratterizzata da diversi avvenimenti importanti. Tuttavia il suo periodo storico più importante è il Medioevo, quando, sotto il regno di Alfonso VIII, divenne luogo di residenza reale e sede della prima università spagnola.

La Calle Mayor, che attraversa la città da nord a sud, è la sua arteria più importante ed è delimitata sui suoi lati da case dalle belle facciate e, come d'obbligo, da numerosi negozi. Ad un’estremità della via si trova la Plaza Mayor, circondata da portici, sulla quale si affacciano il Municipio del XIX secolo e la chiesa di San Francisco del XIII.

Sono molte le vie pedonali che hanno inizio da questo elegante spazio, considerato il salotto buono di Palencia, ed alcune di esse portano ad ammirare la “bella sconosciuta”, cioè la Cattedrale del XIV secolo. L'austerità della facciata gotica non deve però trarre in inganno, in quanto l'interno custodisce una ricchezza artistica notevole. Tra le opere più importanti figurano un retablo (pala d’altare ndr) del XVI secolo e la cripta di San Antolin, in cui sono conservate vestigia di epoca romana e visigota, costruite qualche secolo prima nello stesso luogo in cui sorge la cattedrale.

Da visitare c’è anche il museo che sorge all'interno del chiostro, in cui si possono ammirare opere di El Greco e di Zurbaràn.

Altre architetture religiose di Palencia sono la chiesa di San Juan Bautista del 1378, di San Pablo, facente parte di un convento fondato nel 1217, ma rifatto nel XIV secolo, San Miguel, dei primi anni del XIII secolo e Nuestra Señora de la Calle del 1598. Palencia si trova fra l’altro al centro di alcuni percorsi tematici come quello del romanico, dei castelli, delle ville romane, del Camino di Santiago e del Rinascimento, che insieme susciteranno indubbiamente l'interesse dei visitatori. 

Dueñas custode del retablo tardo gotico di Malinas

Pur essendo un comune abbastanza piccolo, non raggiunge i tremila abitanti, Dueñas è comunque ricca di monumenti e di una storia che ha le sue origini nella preistoria e più precisamente nell'età del bronzo. Anche se la sua fisionomia attuale è tipica del secolo XVI, fu in origine una città medievale, circondata da mura e presidiata da un castello. La città si sviluppa lungo una strada che va a sfociare nella piazza oggi conosciuta come Plaza de España, circondata da portici.

Tuttavia, l'architettura popolare ha la sua espressione principale nella calle de los Pastores; con case di mattoni, intonacate di bianco, le cui finestre sono costruite in modo tale da far fronte al rigido clima della zona. Il centro storico non è solamente costituito da edifici di carattere popolare, sia l'architettura “nobile” che quella religiosa sono infatti ben rappresentate e l'insieme costituisce il motivo per cui Dueñas possiede tanti estimatori e visitatori.

Molto interessanti sono la chiesa parrocchiale di Santa Maria de la Asunciòn della fine del XII ed inizio del XIII secolo il cui interno, una commistione di tardo romanico e di gotico, custodisce un retablo tardo gotico, opera del maestro Antonio de Malinas, i sepolcri dei conti di Buendìa dei secoli XV e XVI ed altre opere d'arte di ottima qualità, il convento di Sant'Agostino che deve il suo aspetto attuale alle trasformazioni avvenute alla fine del secolo XVI ed inizio del XVII, l’eremo de los Remedios che trova la sua collocazione all'interno di una torre medievale che faceva parte della cinta muraria, il medievale ospedale di Santiago di cui si conserva solamente la chiesa gotica e l'eremo del Cristo, già sinagoga della comunità ebraica che occupava il barrio di Santotis, oggi individuabile intorno alle strade Egidio Maté, Castellares, Pescadería, Granero del Duque e Mejorada.

Tra le architetture civili, meritano speciale menzione il Palazzo dei conti di Buendìa, della fine del XV secolo, la cosiddetta casa di Napoleone il cui piano terreno è del XVI secolo, mentre quello nobile è del XVIII, la casa del las Tercias, nella piazza che porta lo stesso nome e il Pòsito, del XVIII secolo. Altra curiosità di tutto rispetto sono las bodegas e las cuevas, architetture sotterranee o troglodite utilizzate come magazzini, cantine e financo abitazioni.

Ampudìa, bellezza dell’architettura castigliana

Ampudìa è una cittadina che, come la precedente, costituisce il tipico insediamento castigliano ed infatti il suo centro storico è stato dichiarato bene di interesse culturale. Il tracciato urbano è tipico del basso Medioevo, con la presenza di un recinto fortificato a protezione degli abitanti, formato dal castello e da una cerchia di mura i cui resti permettono ancora di seguirne lo sviluppo. Il castello, in ottimo stato di conservazione, venne costruito tra il 1461 ed il 1488 da Garcia Lòpez de Ayala.

All'interno ospita la collezione, distribuita su sei sale, Eugenio Fontaneda, costui fu anche l'artefice del restauro del castello negli anni Sessanta del secolo scorso. Tuttavia, la parte più caratteristica, perché rappresenta nel modo migliore l'architettura castigliana, è la via porticata, fiancheggiata sui due lati da antiche case in aggetto che formano appunto i portici. Questa via, almeno per coloro che amano particolarmente la Castilla nella sua essenza più autentica, costituisce un must irrinunciabile.

La collegiata di San Michele, costruzione gotica rinascimentale della fine del XV secolo e inizio del XVI, forma il baricentro dell'urbanistica di Ampudìa, specialmente con la sua pianta che, unita alla piazza antistante e integrata da altri edifici religiosi, come il convento di San Francesco e l'eremo De la Cruz, costituisce il polo religioso della cittadina, aggiungendo fascino a quanto già creato dall'architettura militare e civile.

Cuellar

Dove romanico e barocco si incontrano

L'itinerario entra ora nella provincia di Segovia, forse una delle più interessanti della Spagna e porta a conoscere Cuellar, altra cittadina dichiarata di interesse culturale. Se Almudia ha provocato un coup de coeur al visitatore, quest'ultima ne provocherà un altro, data la particolarità del suo centro storico, con la tipica pianta medievale che, a prescindere da qualche minima modifica urbanistica, non ha variato il suo aspetto nel corso dei secoli.

Per la bellezza del suo centro storico, la città è stata dichiarata, nel 1994, “Insieme storico artistico”. Inoltre, in modo del tutto indipendente dalla classificazione precedente, sono stati dichiarati “Beni di interesse culturale” sette edifici cittadini e solamente questo preambolo dovrebbe essere sufficiente per convincere i lettori a recarsi a Cuellar. Il centro nevralgico cittadino è la Plaza Mayor, dall'aspetto tipicamente castigliano e presidiata dall'edificio dell'ayuntamiento (municipio), della fine del XV secolo ed inizio del XVI.

Proprio di fronte all'ayuntamiento sorge la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono di Cuellar. L'edificio è una commistione di diversi stili che vanno dal romanico al barocco e all'interno ospita alcune opere di pregio, tra cui anche qualcuna di Luca Giordano. Dalla piazza si dipartono diverse viuzze, come quella di San Pedro su cui si affacciano diverse dimore blasonate o come la calle de la Morería, attraverso la quale si estendeva il quartiere mussulmano.

Nella zona più elevata della città sorge il castello dei duchi di Albuquerque, dichiarato monumento nazionale nel 1931 e senza alcun dubbio il monumento più emblematico di Cuellar.

Di epoca sconosciuta, fu costruito all'angolo sud-est delle mura di difesa, per cui conserva ancora elementi mudejar, anche se il suo stile è principalmente gotico-rinascimentale. Dalle due estremità del castello prende origine la cinta muraria, costituita da un triplo recinto di origine romana che rappresenta una delle muraglie più importanti e meglio conservate della Castilla y Leon.

Cuellar è anche la depositaria di un consistente patrimonio di architettura mudejar, eredità della comunità mussulmana, ivi residente sino al secolo XV. Tra gli esempi più significativi ricordiamo la chiesa di Sant'Andrea, di San Martino, di Santo Stefano, di San Michele, del Salvatore e di Santa Maria de la Cuesta. Anche il patrimonio monastico è piuttosto cospicuo ed infatti nel Medioevo sorsero parecchi monasteri di cui il più antico è quello di Santa Clara, fanno seguito quelli di San Francesco, della Purissima Concezione e di Santa Isabella.

La provincia di Sevilla, alla scoperta di Coca

Il monumento clou della cittadina di Coca, nella provincia di Sevilla, è certamente il castello, realizzato nel XV secolo per opera di maestri arabi e forse tra i più belli e più maestosi della Castilla. La costruzione è stata principalmente eseguita in mattoni, usati anche per gli elementi decorativi, mentre la pietra calcarea è servita solamente per le feritoie, le colonne del cortile ed altri manufatti decorativi. Sebbene sia stato restaurato nel secolo scorso, la maggior parte degli elementi presenti è originale e la sua visita sarà certamente motivo di soddisfazione, in quanto le sale offrono la ricchezza di numerose opere d'arte di stile ispano-fiammingo.

Molto curiosa è la sala del Consiglio che, per la forma ottagonale, possiede un'acustica straordinaria. Una persona, che pur parlando sottovoce al centro del locale, verrà udita anche da coloro che si trovano contro i muri. Sebbene il castello sia l'edificio che maggiormente catalizza l'interesse dei visitatori, va ricordato che Coca è una città storica che pone le sue origini già nella preistoria. I suoi monumenti consistono quindi in numerose chiese di origine medievale, di un ospedale del 1442, di resti di un muro romano, di una cloaca e di una domus, anch'essi romani e di due ponti, uno costruito nel 1630 sul rio Eresma, chiamato Puente Grande, ed uno di origine medievale che attraversa il rio Voltoya, chiamato Puente Chico. 

Olmedo, custode de “Los siete seites”

Il nostro percorso lascia la provincia di Segovia per addentrarsi in quella di Valladolid per raggiungere Olmedo, che deve il suo nome all'abbondanza di olmi al tempo del suo affrancamento dai mori, nel 1085, per opera di Alfonso VI. Le mura del XIII secolo costituiscono il primo impatto che si ha con la cittadina che viene denominata popolarmente “Los siete sietes” perché possedeva sette chiese, sette conventi, sette piazze, sette porte di entrata, sette villaggi all'interno del centro amministrativo e appartenne a sette demani regi.

Molti dei suoi monumenti si sono conservati sino ai giorni nostri e peraltro la cittadina possiede un ricco patrimonio architettonico composto da quattro chiese che vanno dal XIII al XVI secolo, una cappella, quattro monasteri, diversi palazzi e case nobiliari. Sebbene non sia monumentale come quella di altre cittadine, la Plaza Mayor di Olmedo costituisce comunque il suo cuore pulsante e difatti sulla piazza si affacciano alcune case porticate dallo stile tipicamente castigliano, alcuni palazzi e gli immancabili bar e ristoranti, sempre molto frequentati, specialmente nell'ora canonica del “paseo”. 

Nel 1991 la città si dotò di un parco tematico dedicato all'architettura mudejar. Ventuno modelli in scala rappresentano le architetture più significative della Castilla y Leon. Il parco ospita inoltre treni in miniatura, piante ed alberi di specie diverse e numerosi giochi d'acqua.

Medina del Campo e il castello de La Mota

Rimaniamo ancora nella provincia di Valladolid per recarci a Medina del Campo in visita a due complessi architettonici molto famosi: il castello de La Mota e la collegiata di San Antolin. L'edificio del castello deve la sua immagine attuale ad un ampio processo di restauro iniziato nel 1904, in seguito alla sua qualifica di Bene di interesse culturale. Salvo qualche piccolissimo dettaglio in pietra, è interamente costruito nel laterizio tipico della zona e appartiene a quel modello di castello conosciuto come “scuola di Valladolid”. Il complesso può essere visitato sia liberamente che con tour guidato; naturalmente la visita guidata è più completa e non si limita a portare il visitatore a spasso per le numerose sale, ma racconta la storia del castello dalla sua fondazione ai giorni nostri.

La collegiata, sita nella Plaza Mayor, la quale conserva il carattere dei secoli XV e XVI, esibisce la sua parte principale in stile gotico, ma l'insieme è abbastanza complesso dal punto di vista degli stili e comprende praticamente tutti quelli riscontrabili nel periodo che va dal secolo XVI al XVIII. Al suo interno conserva un paio di retabli, di cui uno plateresco, una pietà, un coro con stalli i cui rilievi sono del XVII secolo, e un favoloso organo di Sebastiàn Miranda.

Toro e Urueña, il fascino castigliano 

L'itinerario ci porta nella provincia di Zamora e precisamente a Toro, cittadina che per le sue molteplici qualità architettoniche è stata dichiarata “Insieme storico artistico”. Il suo valore è insito tanto nei suoi monumenti religiosi, come la collegiata di Santa Maria, la chiesa di San Lorenzo, del Salvatore, del Santo Sepolcro, il monastero dello Spirito Santo, la chiesa di San Pedro dell'Olmo e di Santa Maria de la Vega, quanto nei suoi palazzi e nelle sue case che ricordano i tempi gloriosi di Toro.

L'edificio più antico è l'Alcazar, costruito nel X secolo con una pianta che ricorda molto le mura di Avila. Fu teatro, nel 1356, di una delle uccisioni più crudeli perpetrate dal re Pedro I di Castilla che, quando ancora non era re fece uccidere, per mano dei suoi scudieri, alcuni nobili che accompagnavano Maria de Portugal, moglie del re Alfonso XI. 

Notevole, come abbiamo anticipato, è anche l'architettura legata alla nobiltà con un'abbondanza di edifici risalenti ai secoli XVI e XVII. I più rilevanti sono il palazzo degli Ulloa, dei marchesi di Santa Cruz de Aguirre, dei marchesi di Alcañices e tanti altri il cui elenco occuperebbe un articolo completo, per cui si lascia ai visitatori il piacere della scoperta. 

Anche l'architettura popolare rappresenta un patrimonio artistico non indifferente che, assieme a ciò che abbiamo già segnalato, contribuisce a rendere Toro una città speciale che merita a pieno titolo di far parte del catalogo degli “Insiemi storici artistici” della Spagna. La città possiede un patrimonio archeologico che dimostra le sue origini celtibere e la sua relazione con il popolo vacceo che dominò la zona prima dell'arrivo dei romani. Di quest'epoca è originario il toro di granito, uno dei simboli cittadini e probabilmente origine del nome della città.

L'ultima località che si propone in visita è Urueña, per cui si deve lasciare la provincia di Zamora ed inoltrarsi nuovamente in quella di Valladolid. Grazie alle sue viuzze ed alle sue case, perfettamente restaurate, la località conserva l'aspetto di tipica cittadina medievale, con le mura costruite nei secoli XII e XIII, il castello del 1200, la chiesa di Santa Maria del Azogue, costruita tra i secoli XVI e XVIII e l'Eremo de Nuestra Señora de la Anunciada del secolo XI. 

Rispetto a Toro, Urueña è certamente più modesta, tuttavia possiede il fascino tipico delle cittadine castigliane, pregne di storia e di atmosfera, per cui la sua visita sarà un'esperienza difficilmente dimenticabile, come lo sarà anche tutto il viaggio proposto, con i suoi paesaggi aridi e con i suoi edifici che si mimetizzano con il colore di questa terra aspra, ma che ha saputo creare una storia ed una cultura che hanno molto influenzato i destini dell'Europa e di buona parte del mondo intero.  

----

APPUNTI DI VIAGGIO

Per la sosta

Fuentes de Valdepero – Palencia

Area de Autocaravanas Suances, Ctra. N-610a km.2, Palencia, GPS: Lat: 42.01056 – Long: 4.54568, Telef.: +34665045224, Mail:

Web: www.estaciondeserviciosuances.com

Dueñas

AA, Area del Hermanamiento, Avenida de Palencia s/n, Dueñas,  GPS: Lat: 41.87652 – Long: 4.546280

Ampudìa

P.S. attrezzato, Glorieta de San Martin s/n, Ampudìa, GPS:  Lat: 41.911111 – Long: 4.780277

Cuellar

AA, El Castillo, Calle Palacio, Cuellar, GPS: Lat: 41.40159 – Long: 4.32012, Telef.: +34921142203

Coca - Olmedo – Medina del Campo

AA, Parque del Mudejar, Arco de San Francisco, Olmedo, GPS: Lat: 41.28706 – Long: 4.68878, Mail:

, Web: www.olmedo.es/pasionmudejar 

Toro - Urueña

Parking de Valorio, Calle de los Pisones, Zamora, GPS: Lat: 41.50343 – Long: 5.755617, Tel.:+34980548700 

Parking Entrepuentes, Calle de Entrepuentes 20, Zamora, GPS: Lat: 41.49786 – Long: 5.7431

Roberto Serassio