Uno dei nostri lettori ci porta all'attenzione un articolo che getta infamia su tutta la categoria dei camperisti
Buonasera signor direttore, mi chiamo Luigi Vallero e sono orgogliosamente camperista da oltre 20 anni. Mi permetto di segnalarle un articolo in cui mi sono imbattuto che riguarda la nostra categoria, apostrofata “peggio degli Unni” dal giornalista Robin Roverati. L’articolo del 10 maggio recita: “tasse di soggiorno, strutture ricettive, aerei, barche private ecc. Ma nessuno che parli di turismo e si occupi dei camper, decine di migliaia quelli che ogni anno invadono la Sardegna. Siamo l’unica isola mediterranea dove non c’è una tassa o un numero chiuso per questi "parassiti ambientali". Alcuni dati? Solo il 9% risulta stazionare in camping o strutture apposite, perciò è chiaro che rifiuti e fossa biologica vengono allegramente buttati in cunetta; al 90% si portano cibarie e altro dai loro paesi, perciò economia pari a zero; riempiono ogni notte la cisterna dell’acqua (300/600 litri) alle fontane dei paesi, gravando sulla spesa civica verso Abbanoa; occupano nei traghetti minimo il posto di 2/3 auto, che in certi periodi crea scompenso lasciando a terra auto di residenti o di turisti (veri), visto che prenotano molto prima e con tariffe agevolate; lungo le strade viaggiano spesso in carovane, creando disagi alla viabilità; stazionano accanto alle spiagge in modo permanente (se non mettono le braccia stabilizzatrici son considerate auto), impedendo ad altri fruitori di trovare un decente parcheggio. In questi termini, questa gente per il nostro turismo e per la nostra Isola è peggio degli Unni!”
Luigi Vallero
Facciamocene una ragione. Nell’era di Internet, anche il nostro settore non poteva sfuggire a bufale e falsità. La sua segnalazione infatti non è altro che una gratuita e immotivata aggressione alla categoria dei camperisti. Purtroppo la rapidità di Internet agevola il propagarsi delle false notizie. Spesso veicolate col fine di avere guadagni pubblicitari grazie al passaparola che, ahimè, aumenta le visite da parte di curiosi o, in questo caso, dei tanti camperisti (compreso il Club Camperisti Sardi) ingiustamente diffamati. Allo stesso tempo la velocità del web facilita i contraddittori. Nella fattispecie è stato il pronto intervento del Coordinamento Camperisti che immediatamente ha allertato i propri legali circa l’opportunità di inviare una querela all’editore e alla persona che ha firmato delle opinioni assolutamente personali, motivandole con dati e fatti totalmente errati. Senza entrare nel merito dei preconcetti sui camperisti di chi ha scritto l’articolo (o la lettera) in questione, cifre e avvenimenti sono però di pura fantasia: dalla percentuale di chi sosta in camping o strutture apposite, alla capienza dei serbatoi dell’acqua (300/600 litri) dal momento che è risaputo che la quasi totalità degli autocaravan difficilmente supera i 100-110 litri. O, come correttamente segnalato dal Coordinamento Camperisti, che è incongrua e poi offensiva la dichiarazione “siamo l’unica isola mediterranea dove non c’è una tassa o un numero chiuso per questi ‘parassiti ambientali’” perché in Italia non esiste una tassa nè tantomeno un numero chiuso per alcun tipo di autoveicolo. Solo in alcune piccole isole e in determinati periodi vi sono limitazioni, ma dirette a tutti gli autoveicoli, non esclusivamente alle autocaravan. Non mi dilungo oltre, per non dare maggior peso a una vicenda che non merita ulteriore attenzione.