Partiamo alla scoperta di un’Umbria “minore” che nulla ha da invidiare alle località più note di questa affascinante regione: il borgo (fra gli altri) di riferimento è Fabro Scalo, e si pone al centro di un intero territorio che grazie alla vicinanza con importanti vie di comunicazione, ha registrato da alcuni decenni un notevole impulso economico. Sulle colline circostanti, tra boschi, uliveti e vigneti, sono arroccati a un’altitudine che varia dai 300 ai 600 metri i borghi di: Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione e Parrano. Antichi borghi, accomunati dalle medesime origini storiche, che conservano il tipico aspetto medioevale e sono frequentati da un numero crescente di turisti, attratti da una natura ancora incontaminata, dal ricco patrimonio storico-artistico e da prodotti tipici quali il vino e l’olio extravergine di oliva, in un contesto ricco fra l’altro di aziende vitivinicole e frantoi.
Leggi qui il nostro articolo dedicato ai borghi minori umbri.
Alla scoperta di castelli medievali degustando tartufo
Uscendo dall’omonimo casello della A1 si arriva in soli due km a Fabro: posto in cima a un colle, in una zona dove abbondano i calanchi scavati dalle acque, è un meraviglioso borgo fortificato in cui l’antico Castello, che nel corso dei secoli ha subito numerose alterazioni architettoniche, rappresenta ancora oggi l’elemento caratterizzante, presentandosi con la sua possente struttura e il torrione circolare.
Dai camminamenti di guardia, ben accessibili, si gode un magnifico e ampio panorama. Nei pressi del Castello sorge la chiesa di San Martino, edificio neoclassico del XIX Secolo. Prodotto tipico del luogo è il pregiato tartufo, nero o bianco e novembre è il mese ideale per degustarlo; solitamente durante la la festa del patrono San Martino.
Proseguendo in camper in direzione di Orvieto, a cinque km da Ficulle, presso la frazione Sala si trova poi il castello dei Monaldeschi (XIV Sec.): di proprietà dei Marchesi Antinori, è al centro di una florida azienda vitivinicola. Nelle vicinanze ha sede anche la cantina aziendale, dove è possibile acquistare varie qualità di ottimo vino. In tutto il territorio di questo angolo dell’Umbria, le strutture di ristoro sono molte e non mancano posti dove mangiar bene.
Riprendendo a Fabro Scalo la S.S.71, attraverso un percorso ricco di curve ma molto panoramico, si arriva a Monteleone d’Orvieto, singolare paese che sorge su uno sperone roccioso, proteso come la prua di una nave sulla Val di Chiana. Il suo grazioso centro storico e un panorama invidiabile meritano sicuramente la sosta: da non perdere la Collegiata di San Pietro e Paolo, al cui interno si possono ammirare gli affreschi del Perugino e l’adiacente campanile in stile Barocco. Il Pozzo medievale, la Chiesa del Crocefisso (XVII sec.) e infine il Teatro dei Rustici, uno dei teatri più piccoli d’Italia. Il borgo conserva ancora la cinta muraria e la porta di accesso, su cui domina la Torre e la Porta Nord.
Il borgo di Carnaiola e il castello dalle 365 finestre
Tornando in direzione di Montegabbione e poi Fabro Scalo, si può ancora ammirare il borgo di Carnaiola, sorto contemporaneamente a quello di Fabro di cui è frazione, intorno all’anno Mille. Edificato a guardia del “Ponte del Muro Grosso” sul fiume Chiani, su cui passa la via Romea Germanica che attraversa il territorio ficullese e buona parte dell’orvietano.
Conobbe la sua massima espansione nel XVI secolo con la costruzione definitiva del Castello, noto anche per le sue 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno. Dopo Carnaiola, si incrocia la S.P.52 che porta a Parrano: lungo il percorso, circa due km prima di arrivare a destinazione, sulla sinistra si trova il torrente “Fosso del Bagno”, generato da una sorgente di acqua minerale accanto alla quale si trovano le cavità carsiche denominate “Tane del Diavolo” che hanno fornito una serie di importanti reperti, risalenti all’era paleolitica. Per sfruttare al meglio le qualità terapeutiche della vicina sorgente d’acqua, è stato realizzato di recente un parco termale, con piscina, struttura in legno per bar e sala massaggi. Si può sostare col camper.
Ficulle delle terrecotte
Tornando di nuovo a Fabro Scalo e proseguendo in direzione di Orvieto, dopo circa 7 km di S.S.71 si arriva a Ficulle: il delizioso
paese, abbarbicato sul fianco occidentale del Monte Nibbio. Meglio conosciuto come il paese delle “terrecotte”, vanta una lunga tradizione nell’arte della ceramica, con tecniche e forme tramandate di generazione in generazione. Più volte devastato, nel
suo tumultuoso passato, questo antico borgo fortificato di origine medioevale che nel XV secolo entrò a far parte dello Stato
Pontificio, offre al turista un centro storico tutto da scoprire, in cui i tipici edifici costruiti in pietra e mattoni rossi, fanno vivere
un’atmosfera d’altri tempi.
Da visitare la Torre dei Monaldeschi (XII Sec.), aperta al pubblico nelle mattine di sabato e domenica, dalla sommità della quale si ammira tutto il centro storico, oltre al vasto panorama che spazia da Città della Pieve al sud senese e all’Alto Lazio. A seguire la chiesa di Santa Maria Nuova (XVII Sec.), il complesso medioevale di Castel Maggiore e Via delle Mura, dove in fondo si trova la “Piazzetta”, ottimo punto di osservazione della vallata del fiume Chiani. A metà strada fra l’area di sosta e il centro storico, lungo la S.S.71 si trova la chiesa di Santa Maria Vecchia; sul lato opposto, merita una visita il laboratorio artigiano dove ancora si producono le tradizionali terrecotte ficullesi e ceramiche di vario genere. Ficulle, oltre a essere Città Slow, Città dell’Olio e del Vino, dal 2016 è anche Comune Bandiera Gialla ACTItalia, del turismo itinerante, essendo dotato di un’apposita area di sosta per camper sin dal 1991.