Nel mio messaggio, con un linguaggio volutamente da quasi-pensionato mugugnate, mi lamentavo che per avere un semplice depliant in Pdf, per il quale basterebbe un nome (nemmeno un cognome) e un indirizzo e-mail, fosse necessario invece fornire dati personali (troppi); analoghe considerazioni ho scritto per i cosiddetti “cookies“ e le loro possibili opzioni. In realtà della materia me ne occupo, professionalmente, diciamo dal secolo scorso: tali argomenti (consenso, modalità trattamento dati e cookies) non sono soggette solo alla facoltà e spontanea correttezza di chi i dati li acquisisce ma anche a precise norme provviste di sanzioni che non sono nemmeno così lievi e neppure infrequenti. Inoltre, le persone non sono solo soggetti passivi di fronte alla “rete“ in generale, ma hanno precisi diritti, esercitabili in prima persona da parte loro. Dico questo, con uno spirito che vuole essere più quello del “parlare a nuora perché suocera intenda“, con la speranza che, da qualche parte (altrove), ci sia attenzione e ascolto… e concordo pienamente con voi sul prendere distanza da tutto ciò proprio grazie ai nostri camper e alla “disconnessione“ che possono offrire.
Allo stesso modo, sul numero di marzo, ho trovato la lettera di un collega camperista che si lamentava per la troppa pubblicità... ulteriore conferma della qualità del vostro lavoro.
Cambiando argomento, attraversando l'Italia nei giorni scorsi, ancora volta ho avuto modo di innervosirmi per limiti di velocità improbabili, come i 30 orari “per strada dissestata“, che ormai accompagnano quasi ovunque il nostro paesaggio e che sono unicamente uno scarico di responsabilità generalizzato per l'incapacità di fare manutenzione; ed identico discorso per gli autovelox, che fioriscono in ogni dove.
Anni addietro ho attraversato l’Europa, giungendo fino alle Faer Oer, in moto (e traghetto, ovviamente) constatando ciò che anche molti camperisti avranno avuto modo di rilevare, ovvero che in Danimarca o Germania sono pochissimi i cartelli con limiti di velocità e altre indicazioni e distrazioni. Si attraversa l'Austria e già il panorama cambia, con sempre pochi cartelli… ma di perentorio ‘achtung!’ e, quando finalmente si varca il nostro confine si viene accolti da una miriade di limiti di velocità, che si susseguono e variano nel raggio di pochi chilometri e che finiscono anche con il distrarre dalla guida. Ma voglio arrivare al punto e fare una proposta che sarei felice se partisse dalla vostra rivista, per le considerazioni di poco sopra e l'apprezzamento del vostro lavoro. Il nostro Codice della Strada e il suo regolamento attuativo prevedono e descrivono un po' di tutto minuziosamente, anche il fatto di indicare con un simbolo specifico se l'autovelox è installato dalla Polizia municipale o da altri enti delegati al controllo. Tutta Italia abbonda di cartelli che indicano la presenza degli autovelox, ma quasi ovunque manca l’indicazione della velocità che si chiede venga tenuta, circostanza che di fatto consente una “pesca a strascico“, con l'aumento a dismisura del numero delle contravvenzioni.
Un piccolo tentativo di miglioramento si era avuto con la c.d. direttiva Minniti (Min.Interno -Circolare Prot. n.300/A/5620/17/144/5/20/3 del 21 luglio 2017), con la quale era state date precise indicazioni di razionalizzazione sulla materia... ma qualcosa è pur sempre rimasto fuori o sfuggito. Nessuno vuole sottrarsi al rispetto delle regole, ma queste devono essere chiare per poter essere osservate. Fermo restando che sarebbe meglio la contestazione immediata verso coloro che con la loro velocità mettono in pericolo gli altri, penso che anche le ragioni di bilancio, delle amministrazioni comunali e non, combinate al tentativo di limitare la velocità, abbiano una loro ragione d'essere, purché non avvengano in malafede, appunto “a strascico“ come scritto prima. Va bene imporre limiti di velocità, ma che siano funzionali alla sicurezza e alle caratteristiche della strada! Ricordo ancora un limite di velocità, con tanto di autovelox, con limite di 30 orari lungo una ripidissima discesa. Occorreva mettere la prima e frenare per rispettarlo, e con difficoltà!
Prevedere una integrazione del regolamento d'attuazione del Codice della Strada che prescriva l'obbligo, per gli enti proprietari delle strade, sulla stessa cartellonistica stradale che segnala la presenza e prossimità degli autovelox, di indicazione del limite di velocità imposto, sarebbe veramente il minimo e ci avvicinerebbe di qualche passo all’essere un Paese quasi-normale. Un'iniziativa in questo senso sarebbe doverosa da intraprendere e semplice da accogliere da parte di tutti, per i cittadini proponenti e per il legislatore nel tradurla in norma.
Claudio Oliveri
Ringraziamo il nostro lettore per le parole di apprezzamento che rivolge al nostro lavoro e soprattutto siamo grati per la sua proposta, sensata e di facile attuazione... in un Paese normale! Ma la nostra bella Italia spesso ci conferma che tanto normale non è, e quindi anche le soluzioni all'apparenza più semplici da realizzarsi per migliorare la qualità della vita di tutti non diventano reali per mancanza di interesse da parte di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica. Nondimeno, per quel che è nelle nostre possibilità, faremo in modo di far giungere il messaggio del lettore alle orecchie di qualche parlamentare che alla tematica è interessato e partecipe. Un tentativo va fatto, sperando che produca frutto... Infine, un messaggio per Claudio: teniamoci ancora in contatto, saremo ben lieti di pubblicare ancora tuoi scritti o resoconti di viaggio. E buona strada!