In questi ultimi anni, grande interesse è stato dedicato sia dagli organi preposti che dalle Compagnie Assicurative a comprendere quale sia il livello della cosiddetta “Alfabetizzazione Assicurativa” degli Italiani. Questa necessità è sorta, all’interno dei diversi attori del mercato assicurativo, da spinte, obiettivi e necessità diverse, ma tutte aventi lo scopo di creare una sorta di Indice di Conoscenza Assicurativa. Infatti, visti anche i recenti eventi pandemici che hanno causato una vorticosa accelerazione nella digitalizzazione della gestione dei contratti Assicurativi, da un lato gli Organi di Controllo hanno voluto comprendere quanto l’utente sia autonomo nella comprensione e sottoscrizione del contratto assicurativo per meglio tutelare il consumatore, mentre dall’altro le Compagnie avevano la necessità di aggiornare i prodotti per renderli più fruibili ed allineati al mercato e all’assicurato.
Ma entriamo nello specifico per comprendere lo scopo delle ricerche, partendo da cosa si intende per Alfabetizzazione Assicurativa: è un indice di “Conoscenza Assicurativa” strutturato per indicizzare la conoscenza della terminologia assicurativa e le caratteristiche di parte dei prodotti assicurativi di maggior diffusione. Fondamentalmente di cosa stiamo parlando? Di domande, anche semplici o scontate, sulla terminologia utilizzata per sottoscrivere, informarsi, ecc. di un contratto assicurativo, ma che grazie all’anonimato delle indagini consentono di ottenere delle fotografie bene precise.
Domande come: Sa cosa si intende per Premio Assicurativa, per Franchigia e per Massimale? Quali sono le garanzie di copertura sottoscrivibili attraverso una Polizza Infortuni? O con la Temporanea Caso Morte? E cos’è la Previdenza Complementare? Le risposte a queste semplici richieste fanno emergere che, mentre per la prima serie di interrogativi circa il 60% dei consumatori sa di cosa si tratta, per la seconda serie meno di uno su quattro sa a cosa ci si riferisce.
Fatto che rende chiara la situazione: sappiamo quanto paghiamo o che massimali abbiamo, ma non sappiamo per cosa siamo assicurati o, peggio, non ci rivolgiamo ad una Agenzia/Compagnia Assicurativa per cercare di trovare una soluzione ad esigenze o necessità che sorgono durante la vita. Dalle indagini emerge chiaramente che la causa principale di tale situazione va ricercata nell’insipienza dell’assicurato, spesso dovuta a mancanza di impegno.
Infatti, da tutta una serie di altre domande come “Secondo lei la cultura assicurativa potrebbe definirsi adeguata in Italia?”, ben il 75% degli interpellati la definisce tra nulla e così-così. Tale situazione è influenzata, e creata, da fattori socio/ economici, dal sesso, dagli studi, dall’età, dalla posizione geografica, dal ruolo nella società o nel lavoro, quindi da componenti conosciute ma molto variabili.
Ora è lecito domandarci come è compensata tale insipienza con la necessità di sottoscrivere i contratti assicurativi? Semplicemente, da un lato tramite la “Palestra di Vita” (il cosiddetto “Sbagliando si impara”) ma dall’altro lato, soprattutto grazie al concetto di fiducia o meglio di affido, rivolgendosi alla propria assicurazione o al Referente/ Agente che si conosce di persona, fatto confermato anche dall’indagine dove circa 3 italiani su 4 si ritengono soddisfatti della copertura assicurativa sottoscritta negli ultimi due anni e che solo un italiano su cinque in media confronta le proprie assicurazioni con altre proposte ad ogni rinnovo di polizza.
Ma come pensa l’utente di compensare il gap (divario) conoscitivo vista la sua insipienza? La risposta nella maggioranza dei casi è che tale incombenza… viene demandata ad altri!
Principalmente, gli assicurati lasciano agli altri il compito di aumentare la cultura assicurativa e soprattutto vogliono che siano le Istituzioni Pubbliche (Ivass, Consob, Ministeri, ecc.) o le Compagnie Assicurative ad occuparsi di tale Alfabetizzazione; mentre non vogliono che tale divario sia compensato da un autoformazione. Tale gap le Istituzioni potranno da un lato, con un giusto piano educativo, cercare di colmare con progetti e programmazione all’interno della scuola; ma in parallelo ci dovrà essere l’impegno di ognuno a compiere un salto di preparazione.
Infatti il linguaggio assicurativo, per quanto nel tempo si sia evoluto verso una maggior chiarezza e semplificazione, non potrà mai diventare semplicistico, poiché nell’evoluzione dei prodotti assicurativi, e delle esigenze di ognuno, i dettagli saranno sempre più preminenti e non ci potrà essere carenza di termini e linguaggio nella formulazione dei fascicoli informativi e delle coperture assicurative.
Ancora una volta, con questa breve sintesi di un argomento molto vasto, si evidenza come la lettura, la comprensione, l’esperienza e la professionalità possano fare la differenza affinché “L’assicurazione abbia senso” e consenta di tutelarsi per le proprie necessità, con un’agevole procedura per ottenere la relativa prestazione assicurata.