Castagno, il maestoso

Castagno, il maestosoLuogo di interesse mondiale, nato grazie al “Comitato paesano Colognora di Pescaglia”, il Museo del Castagno non è il solito museo, ma un insieme di luoghi, ambienti, reperti che, disposti opportunamente, lasciano nel visitatore una profonda sensazione di serietà espositiva e di suggestiva bellezza. Un viaggio magico nei meandri della cultura contadina di Toscana, pronto a sorprendervi grazie alla possibilità di rivivere ritmi di vita oggi inusuali, abitudini e tradizioni che per un millennio hanno scandito le giornate, l’alternarsi delle stagioni e lo scorrere degli anni di intere generazioni di abitanti delle aspre terre che circondano Lucca e che dalla Lucchesia si protendono verso nord, alla catena degli Appennini che divide dall’Emilia e alle Alpi Apuane che chiudono l’accesso alla Lunigiana ed alla Liguria.

In questo borgo, come in mille altri disseminati sulle alture vicine, il ciclo vitale degli uomini era intrecciato a filo doppio (anzi, triplo!) con quello del castagno: di questo nobile albero bruciavano i ciocchi nei camini, e dal suo carbone traevano calore i fornelli; le famiglie potevano scaldarsi e nutrirsi, vincendo così i rigori dell’inverno. E poi c’era lei, la castagna, vera regina di questi luoghi ed ingrediente principe della cucina: bollita nell’acqua o arrostita sul fuoco, la castagna costituiva un invito per quanti amavano festeggiare gli ultimi raccolti e l’arrivo dell’autunno con il vin nuovo e i frutti della selva.

Trasformata in farina, rivelava poi ogni sua virtù: diveniva pane, calore, dolcezza fragrante, energia e profumo di casa. Per questo gli antichi le affidarono ogni giorno il compito di rendere la tavola saporita e fumante. La storia del castagno non finirà mai di essere raccontata, e ne va tramandata l’importanza: in particolare a Colognora, dove la tradizionale coltura rivive da quasi quarant’anni attraverso un luogo unico nel suo genere. In Italia, e nel Mondo.

UN MUSEO DALLE LONTANE “RADICI”

Castagno, il maestosoNel 1985, il ritrovamento nell’archivio Arcivescovile di Lucca di una pergamena dell’828, ad oggi il documento più antico relativo alla coltivazione del castagno per scopo alimentare, ispirò Angelo Frati, in collaborazione con il cugino Roberto, alla creazione di un museo tutto dedicato a questo meraviglioso e prezioso prodotto naturale.

Occorreva trovare il posto giusto, che fosse ad immagine e somiglianza della tradizione del luogo. Il castagno, in passato definito “l’albero del pane”, di fatto era essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni di queste aspre valli. Tutto ruotava intorno a questa pianta e molti strumenti particolari furono inventati per eseguire nel modo migliore tutte le operazioni collegate, dalla raccolta delle castagne all’ottenimento di tutti i prodotti che da esse derivavano.

Castagno, il maestosoAnche a Colognora la consuetudine millenaria di una popolazione ruotava intorno a una perenne sorgente di vita, che meritava amore, ricerca, volontà di raccogliere tutto ciò che si stava perdendo. Si intuì che occorrevano classificazioni, mettere ordine fra oggetti e strumenti, talora ricercati e raffinati, accorparli secondo criteri che non esulassero dalla realtà locale e dai suggerimenti che essa poteva fornire. Da questa nobile esigenza nacque il Museo del Castagno.

UN’OFFERTA DA TOCCARE CON MANO

Castagno, il maestosoIl Museo oggi è composto di due sezioni: la prima riguarda l’utilizzo del legno, rappresentato con laboratori e con tipologie di lavoro nelle varie epoche (falegnameria, bigonciaio, cestaio, il bosco, il tannino, il carbone e suo utilizzo ecc.). Nella falegnameria si può ammirare un tornio a “pertica” o “frusta”, che ha circa 250 anni, mentre nel settore del bosco si nota la sega a telaio, lo stesso sistema già usato dagli Etruschi.

L’altra sezione riguarda l’uso alimentare della castagna e comprende una raccolta tematica unica nel suo genere in Italia: sono infatti esposti moltissimi attrezzi utilizzati dai contadini per l’innesto del castagno, per le operazioni di potatura, quelle di raccolta ed essiccazione; ed ancora, tutte le altre operazioni connesse, come la “battitura”, la molitura e la conservazione della farina, fino all’arrivo sulla tavola. Il Museo si è nel tempo quindi arricchito con una sala didattica che consente di scoprire le varietà del castagno, ammirare le piante secolari più grandi della zona e dell’intera Italia, conoscere le malattie che lo aggrediscono, apprendere il valore nutrizionale della farina di castagne…

Castagno, il maestosoInsomma, un unicum tematico davvero ricco e avvolgente, che coinvolge nel periodo scolastico molte classi in gita formativa al Museo e durante l’anno turisti di tutto il mondo, che salgono fino a Colognora per una visita che ricorderanno per sempre.

OLTRE IL MUSEO

Per chi ama immergersi nei luoghi del tempo e nella natura, esiste anche un percorso nel bosco, il cosiddetto “sentiero del castagno”: ovviamente ben segnalato e con molti cartelli descrittivi per facilitarne la fruizione, il percorso si snoda tra i magnifici ed iconici castagni secolari. Nel cammino, si può ammirare la carbonaia e comprendere la complessa e laboriosa tecnica di tramutare il legno in carbone appunto, conoscere le varietà di castagni da salvaguardare, e ritrovarsi in una delle celebri “marginette”, i luoghi mistici ed esoterici dove nei secoli passati gli antichi svolgevano i riti pagani.

​​​​Castagno, il maestoso

 

IL BORGO DI COLOGNORA

Castagno, il maestosoColognora ha origini antiche: citato per la prima volta in una pergamena del 29 agosto 828, nel passato fu difeso da una rocca. Alla base della sua economia ci furono per secoli le selve di castagno, fonte inesauribile di cibo e di legname che servì a costruire solai, tetti, capanne, attrezzi, arredi e suppellettili. Oggi si presenta come un suggestivo reticolo di viuzze lastricate in pietra su cui si affacciano case con scalette, logge, archi, altane e recinti d’orti posti al riparo di antiche mura. La pietra uniforma l’ambiente, perpetuando in ogni angolo, anche il più degradato o il meno rispettato, la solidità del suo impianto urbanistico.

I palazzi, soprattutto quelli delle famiglie Mattei, Ricci, Menconi ed Orsi, rispecchiano fin dall’inizio dell’abitato l’austero costume di vita degli antichi proprietari. La loro signorilità, evidenziata dai portali, dai davanzali e dagli stipiti delle finestre lavorati a scalpello, in stretta simbiosi con giardini e corticelle, conserva intatto il senso di riservatezza di un mondo geloso della sua intimità.

Al centro del paese domina il campanile della chiesa di S. Michele e S. Caterina: costruita come oratorio pubblico nel 1457 dopo che gli abitanti di Castel Roggio, per la frana che aveva reso inabitabile il loro paese, si erano uniti a quelli di Colognora, nella seconda metà del XVI secolo l’oratorio fu abbattuto e sorse la nuova chiesa, che ebbe nel 1575 il fonte battesimale ed ereditò dalla precedente importanti arredi sacri, come la pregiata acquasantiera in pietra ricca di decorazioni, il tabernacolo civitalesco, la pala della Madonna col Bambino fra Santi.

DA SAPERE

COME ARRIVARE

Per giungere qui, dal Nord o dal Sud Italia, dovrete percorrere la linea autostradale che connette Firenze con Pisa e la costa della Versilia; arrivati a Lucca, per raggiungere Colognora occorre prendere la SS 12 da Lucca Est o Ovest. Se invece provenite dalla costa, potete giungere a Lucca da Viareggio con la famosa Bretella, la diramazione autostradale che collega la A12 Genova - Roma.

PER LA SOSTA

Parcheggio Comunale - Vergemoli (LU)
Apertura annuale - area a pagamento - animali ammessi - fondo asfalto - illuminato
Indirizzo: loc. Grotta del Vento 1, Fornovolasco (LU)
Info: tel. 0583 722024
GPS: 44° 2’ 2.76” N | 10° 21’ 27” E

Area Attrezzata Comunale - Gallicano (LU)
Apertura annuale - accesso gratuito - animali ammessi - carico acqua - illuminato - scarico cassetta wc - scarico pozzetto
Indirizzo: via dei Cipressi, Gallicano (LU)
Info: tel. 0583 73071
GPS: 44° 3’ 29.5833” N | 10° 26’ 43.5329” E

Area Attrezzata “Il Serchio“ - Lucca (LU)
Apertura annuale - area privata sul parco fluviale del Serchio - 68 piazzole camper delimitate da siepi - custodita e video sorvegliata - servizi igienici con docce calde, lavatoi - wi-fi gratuito - cani ammessi a pagamento - servizio navetta a 1 € per il centro - piscina a pagamento - costo 25 € notte per due persone, servizi inclusi
Indirizzo: via del Tiro a Segno 704, loc. Sant’Anna - Lucca
Info: tel. 058 3317385 - 335 8481153 - info@camperilserchio.it
GPS: N 43.850000, E 10.485830

INFORMAZIONI UTILI

Indirizzo: Loc. Colognora 1 - Pescaglia (LU)
Info: tel. 0583 358159-info@museodelcastagno.it
Sito Web: www.museodelcastagno.it
GPS: 43.98291631533672 - 10.462544453967283

Il museo resta aperto tutti i giorni festivi dalle 15 alle 18, ma è visitabile tutti i giorni dell’anno su prenotazione, scrivendo all’indirizzo email info@museodelcastagno.it, o telefonando a questi contatti:
Angelo Frati: 328 5722956 - 0583 954465
Roberto Frati: 0583 358004

Il Museo del Castagno non ha un biglietto d’ingresso a costo fisso; per visitarlo, è sufficiente una donazione volontaria.

IL GUSTO

Per chi desiderasse mangiare nei pressi del Museo, la struttura consiglia due ristoranti:

“Molin Della Volpe”
Indirizzo: Località Molino della Volpe - Gello (LU)
Info: tel. 0583 359045
GPS: 43.958855483523685 - 10.453664930688479

“Il Guerriero”
Indirizzo: Località Grabbia 1 - Vetriano (LU)
Info: tel. 0583 358163
GPS: 43.984194719799575 - 10.469801307934564

LA CASTAGNA NELLA CUCINA TOSCANA

È risaputo: la Toscana vien mangiando. Figuriamoci poi quando si parla di castagne, un prodotto versatile in cucina che trova pieno compimento nella tradizione gastronomica toscana. Ecco tre ricette che in una visita nella Regione patria dei Poeti e della Letteratura devono per forza essere provate:

Castagno, il maestosoIl castagnaccio

Dolce della tradizione toscana tra i più conosciuti, un tempo era il vero cibo da strada: è un piatto che fa della qualità dei suoi ingredienti il suo punto di forza: farina di castagne, uva sultanina, pinoli, noci, rosmarino e l’olio, quello “bono” toscano.

Castagno, il maestosoI necci della Garfagnana

Nascono originariamente in versione salata, e sono nell’aspetto molto simili alle crêpes francesi. Tuttavia, oltre ad essere più leggeri e “rustici”, contengono tutto il gusto della castagna toscana, impreziosita da ricotta e zucchero a velo.

Castagno, il maestosoFrittelle di farina di castagne

Gustate per uno spuntino pomeridiano, o per deliziare il palato a fine pasto, sono quindi ottime da assaporare in ogni momento della giornata, rivelandosi un vero toccasana per il vostro buon umore.

LO SAPEVI CHE…

• Il film “Miracolo a Sant’Anna”, successo mondiale che racconta episodi accaduta in Lucchesia durante la Seconda Guerra Mondiale e diretto da Spike Lee, è stato in parte girato a Colognora, oltre che a Sant’Anna di Stazzema. Un luogo incantato che grazie alla sua struttura ha quindi attirato l’interesse del celebre regista, rimasto folgorato dalla bellezza dei borghi toscani.

Castagno, il maestoso

• A Vetriano, in Provincia di Lucca e a soli cinque minuti da Colognora, c’è il Teatro storico pubblico più piccolo del Mondo: in soli 71 metri quadrati, ha 60 posti in platea e 20 su due ordini di balconate, per quello che è realmente un piccolo gioiello della tradizione artistico culturale italiana tutto da scoprire.

Castagno, il maestoso

Redazione: di Paolo Frascarolo

Paolo Frascarolo