Uzbekistan: sulle orme di Marco Polo

Uzbekistan

Uzbekistan è situato nel cuore dell’Asia centrale, protetto dal resto del mondo da aspri deserti e montagne, seduce con i suoi racconti d’imperi fiabeschi e di caravanserragli, dove si mescolano colori, tessuti e pietre preziose. Da qui passarono Marco Polo e Alessandro Magno, si scontrarono la lungimiranza di Tamerlano e la furia distruttrice di Gengis Khan ed oggi il suo immenso patrimonio architettonico di matrice islamica attira viaggiatori avventurosi in cerca di bellezza assordante, armonia degli spazi, mosaici dal blu accecante e infusi fumanti con cui proteggersi dal malocchio. Un viaggio da sogno che, se fatto in camper e con le giuste applicazioni, permette anche di entrare in contatto con l’accogliente popolazione locale.

TASHKENT, UNA CAPITALE MODERNA

L’Asia Centrale è un insieme di relitti sovietici ed esemplari di architettura e arte brutalista. Ne è la prova Tashkent, a est dell'Uzbekistan, dove, tra lussureggianti parchi e moschee luminose, spuntano edifici dalla pesantezza e dalle linee indiscutibilmente russe. Il terribile terremoto che distrusse parte della città nel 1966 fu l’occasione perfetta per pianificare una città dalla modernità tutta sovietica.

Quel che colpisce di Tashkent sono soprattutto i grandi parchi, abitati da arbusti imponenti e da rose delicate. Le insegne al neon, dopo il tramonto, danno invece alla città un’atmosfera di fiaba antica, resa speciale dai mercati coperti, brulicanti di vita e cibi golosi, e dalla colorata via degli artisti detta “Broadway” con i tanti chioschi dove acquistare un gelato alla vaniglia e bancarelle che espongono dipinti, ritratti, vecchi libri di storia e collezioni di francobolli. Una città a misura d’uomo, da girare in tutta tranquillità e sicurezza, all’ombra del simbolo cittadino: la Torre della TV più alta dell’Asia Centrale, svettante come un guardiano silenzioso sul cielo scintillante della sera.

Uno dei luoghi più interessanti da vedere è la Barak Khan Madrasa. Completata nel 1532, si trova nella parte vecchia di Tashkent e si riesce a visitarla in meno di un’ora. Proprio di fronte alle cupole turchine del complesso, nel luogo dove sorgeva anticamente la scuola coranica di Mui-Mubarak, c’è un museo che dal 2007 accoglie le 353 pergamene dell’antico Corano del Califfo Osman.

Sempre nel cuore della città vecchia, spunta come un fiore di pietra turchese il mercato più vecchio e frequentato della città: il Chorsu Bazar. Aperto sette giorni su sette fin dalle prime luci dell’alba, offre senza troppi fronzoli uno spaccato sulla vita quotidiana, oltre a tante specialità della cucina locale assolutamente da assaggiare. Recandosi al mercato la mattina presto si possono comprare pane fresco, marmellata e kaymak (formaggio cremoso e delicato) per iniziare la giornata con una sostanziosa colazione.

KHIVA: NEL CUORE DEL DESERTO

Vero museo a cielo aperto, Khiva, a sud dell'Uzbekistan, appare come una città sospesa nel tempo e racchiusa in un cuore di sabbia, che offre al visitatore la possibilità di ammirare oltre 50 monumenti storici e 250 vecchie abitazioni, insieme ad harem, colonne di legno intarsiato, vicoli polverosi, cupole azzurre, piastrelle smaltate, imponenti madrase e minareti finemente scolpiti che puntellano il cielo. Un tempo Khiva era un’oasi, l’ultima opportunità per le carovane di trovare ristoro prima di proseguire il viaggio verso la Persia.

Per raggiungerla bisogna attraversare il deserto del Kizilkum e costeggiare il confine con il Turkmenistan, lungo un percorso che ancora nel XIX secolo era infestato da predoni in cerca di ostaggi da vendere al mercato degli schiavi di Khiva. I Kazaki delle steppe e i Turkmeni del deserto portavano qui le loro prede, poi ammassate dai mercanti nelle logge della porta est. Questa era Khiva: città di briganti e di grandi Khan, uomini crudeli ed uomini illuminati, che insieme hanno scritto la storia della città, alternando splendore e decadenza. Una storia che ha visto questo luogo sbiadire come fango cotto al sole, e poi di nuovo riaccendersi e riprendere colore; come succede oggi ogni sera, quando i profili delle possenti mura si illuminano dei meravigliosi bagliori rosso-arancio del tramonto.

BUKHARA, DETTA “LA SANTA“

Città sacra di una bellezza rara e disarmante, il suo cuore antico sorge nel centro della zona nuove ed evidenzia l’equilibrio perfetto tra antico e moderno. Il dedalo di strade, infatti, sembra essere rimasto fermo nei secoli senza il minimo cambiamento, al contrario di come appare la parte più recente. Centro nevralgico è la Lyabi-Hauz, la piazza con una vasca centrale diventata ritrovo per residenti e visitatori di passaggio. Da qui, ci si può addentrare nei vicoli rallegrati dai bazar traboccanti di merci e ricordare il suo fiorente passato. Questo, infatti, era un importante centro di passaggio lungo la Via della Seta e, passeggiando, si possono ammirare i migliori siti storici e religiosi della città. Ricca di edifici millenari nascosti tra le pieghe delle possenti mura, vanta 140 monumenti protetti, che ne fanno forse la destinazione più suggestiva e ricca di fascino dell’intero Uzbekistan. Un detto locale dice che Samarcanda rappresenta la bellezza in terra, mentre Bukhara è la bellezza dello spirito. Una città, un tempo, talmente fiorente da suscitare l’odio di Gengis Kan, che la ridusse in polvere e pietre, risparmiando dalla sua furia devastatrice solo il Minareto Kalyan, ancora oggi simbolo principale e punto di riferimento della città. Il minareto è alto circa 47 metri, e la torre superiore comprende 16 finestre ad arco, dalle quali il muezzin ogni giorno richiama i fedeli alla preghiera.

SAMARCANDA: LA CAPITALE DEL MONDO ANTICO

Capitale millenaria, sprigiona fascino come pochi altri luoghi al mondo e situata ad est dell'Uzbekistan. Nessuna città ha un nome così evocativo: appena lo pronunci l’Oriente ti assale, con i suoi profumi e le sue genti. Un antico detto recitava “Se vuoi che una storia faccia il giro del mondo la devi raccontare al mercato di Samarcanda”; questo fa capire il ruolo ricoperto da una delle città più importanti dell'Uzbekistan, vecchia di 2.700 anni, dichiarata nel 2001 Patrimonio dell’Umanità. Quando nel 329 a.C. Alessandro Magno la raggiunse nella sua cavalcata trionfale verso Oriente, la città era detta Marakanda; ma di quella magnifica capitale dell’antichità non rimane quasi nulla.

Nel 1220 la furia distruttiva di Gengis Khan mise a ferro e fuoco parte dei suoi splendidi palazzi, inclusa la moschea principale. Per Samarcanda sembrava giunta la fine, ma la città risorse dalle proprie ceneri, grazie all’eroe uzbeko Tamerlano, che decise di rifondarla, per farne il centro del suo impero. Nacque una città mitica, epicentro economico e culturale dell’Asia 

Centrale, con sublimi e immensi monumenti e capolavori di arte islamica. Nonostante l’usura del tempo, i terremoti, le guerre e le invasioni, la città ha conservati inalterati la sua magia e il suo splendore. Tra le tante meraviglie, spicca il Registan (letteralmente, luogo sabbioso), uno dei complessi architettonici più straordinari al mondo. I tre maestosi edifici che ne fanno parte sono le madrase più antiche sopravvissute fino a oggi. Un armonioso spettacolo di maioliche, mosaici azzurri e ampi spazi che, se osservato alle prime luci dell’alba, diventa ancora più suggestivo. Da non perdere anche il sepolcro del sovrano il Gure-Amir, lo spettacolare viale di tombe della dinastia timuride e la maestosa moschea di Bibi-Khanym, gioiello di Tamerlano, terminata poco prima della sua morte. Anche a Samarcanda non bisogna mancare una visita al mercato: il Bazar di Siob è tra i luoghi più fotograficamente interessanti della città. Qui si può fare la spesa acquistando pane fragrante e frutta, ma è irrinunciabile anche l’artigianato locale. Ci sono i suzani, teli in cotone impreziositi da ricami, ma anche gli ikat, pregiati tessuti in seta, realizzati con un’antica tecnica di tessitura a telaio.

Federica Giuliani