Langhe e Monferrato alla scoperta di paesaggi e Panchine Giganti

Sono il cuore ondulato e gastronomico più noto del Piemonte, ma anche se le si percorresse per una vita intera non si finirebbe mai di scoprirle, perché ogni pendio nasconde una sorpresa e ogni bricco cela una storia. Come quella delle Big Bench, per esempio. Gigantesche panchine fuori misura che da qualche tempo a questa parte han fatto la loro comparsa cominciando dal cuneese, soprattutto in territorio langarolo, per diffondersi sempre di più. Si pensi che ad oggi sono 194, di cui ben 126 solo nel territorio piemontese. Praticamente non c’è che l’imbarazzo della scelta… La loro nascita si deve al designer automobilistico statunitense Chris Bangle che decise di abbandonare questo settore per creare una sua azienda dedicata al design a tutto tondo. Come sede scelse l’Italia, cercando un posto non troppo lontano da Torino, ad un passo dalle Langhe e con la vista su di un castello e sull’arco delle Alpi. Esigenze non troppo complesse in un territorio come quello piemontese: infatti trovò un perfetto cascinale a Clavesana, in provincia di Cuneo, dove nacque la prima delle grandi panchine, color rosso fuoco. E poi una seconda, e una terza… e così via, espandendosi anche in altre regioni italiane con escursioni oltre - confine, fino in Scozia, Polonia e Svezia... per ora! Alcune ben segnalate, altre da andare a cercare: ma tutte d’innegabile fascino perché, oltre alla meraviglia data dall’arredo fuori misura, possiedono un sentore di magia, di gioco, di fantasia poetica, fan tornare bambini gli adulti e rendono allegri i bambini. Diciamo la verità, molte sono raggiungibili in auto o camper, anche se le strade sono spesso strette. Ma perché non cercarle a piedi, percorrendo sentieri, sterrate e pure tratti di asfalto? Muoversi a piedi fa bene, insegna a convivere con i propri pensieri e soprattutto a vedere il mondo con occhi diversi: infatti, il lento movimento del camminare ha l’innegabile pregio di far conoscere meglio il territorio, dando il tempo di guardarsi attorno, scoprire paesaggi unici, sentire gli odori ed assaporare i cambi dell’aria, cose che dal finestrino sono impossibili, ridotte all’ennesima visione attraverso un scher - mo. Le panchine ufficiali del progetto Chris Bangle devono essere tutte identiche come dimensione e materiali, ma il colore viene assegnato dalla fondazione così che siano tutte diverse ma, soprattutto, non devono essere assolutamente costruite utilizzando fondi pubblici; questo fa sì che siano per lo più su terreni privati, dove il visitatore ha il permesso di accedervi ma, per favore, siate cortesi: non danneggiate nulla e non abbandonate rifiuti. Avvicinatevi a passo lento, godendo del paesaggio e non solo, sedetevi sopra di esse, meglio se in compagnia, e rilassatevi ammirando la nostra magnifica Italia.

MONFERRATO ASTIGIANO: ART PARK LA COURT DI CASTELNUOVO CALCEA

Dati totali: dislivello 80 metri - distanza 2 km tempo di percorrenza 0h30’

Non solo una panchina ma un’intera collina solcata dagli ordinati filari dei vigneti, trasformata in un parco artistico all’aperto. Tenete conto di una cosa: il tempo tecnico per visitare questo sito è abbastanza breve, ma la bellezza delle opere e del paesaggio in cui sono immerse lo dilaterà a dismisura. Si parte dalla Cascina La Court, a circa 1 km da Castelnuovo Calcea ma l’ultimo tratto di strada è stretto: meglio lasciare il camper poco più avanti, lungo Via Cocito, dove si trova uno spazio per parcheggiare (coordinate: 44°46’59”N 8°16’25”E). A dare il benvenuto alla Cascina La Court è un’imponente Madre Natura, opera di Daniele Luzza. Qui si trovano la mappa e le prime installazioni, come le piastrelle colorate che segnalano il Sito dell’Acqua. Oltre che punto di partenza per la passeggiata, nella cascina sono organizzate mostre ed eventi all’interno del fienile. Girando dietro all’edificio, s’imbocca la sterrata che in leggera salita porta al primo gruppo di cipressi dove si trovano le opere del Sito del Fuoco: vividi vetri rossi che si accendono letteralmente ai raggi del sole. La stradina sterrata porta direttamente alla prossima meta, ma il bello del luogo è che si può vagare anche tra i filari verso sinistra, dove andare alla scoperta di inquietanti teste Segnapalo.

Un vagare che porta alla mole della Cascina Castello, superando una sorta di “porta” che richiama le vigne, opera di Ugo Nespolo. Sulla sinistra di questo edificio si trova l’Osservatorio, struttura su cui salire per avere una visuale dell’alto a 360°, e che all’interno racconta con pannelli la storia de La Court e della coltivazione a vigna. Dall’osservatorio si passa accanto alla cascina Castello tenendola alla propria destra per prendere l’evidente pista erbosa che passando tra le vigne, con altre opere che appaiono e scompaiono, arriva ad un altro gruppo di cipressi tra cui veleggiano le opere del Sito dell’Aria, sempre del grande Luzzati: una sorta di gabbia metallica da cui sfuggono colorati uccelli leggeri ed eterei, che alleggeriscono anche i pensieri. Da qui si prende l’evidente sterrata che riporta a Cascina Castello e con l’edificio alla propria destra, ecco a sinistra la panchina gigante, con la seduta di un vivido color porpora che richiama il vino Barbera prodotto da queste vigne, mentre la struttura è un beige intenso come la terra su cui esse nascono. Sedendosi su di essa si ammira il panorama in direzione del borgo di Castelnuovo Calcea e le colline appena percorse, caratterizzate dagli alti cipressi. Un luogo magico in cui soffermarsi, riappropriandosi del proprio tempo, prima di riprendere la strada del ritorno.

LANGHE: NEL CUORE DEL PATRIMONIO UNESCO DA NEIVE A BARBARESCO

Dati sola andata: dislivello -160 + 140 metri - distanza 4,5 km - tempo di percorrenza 1h30’

Si parte direttamente dall’area camper che essendo presso il centro storico di Neive comporta l’innegabile vantaggio di poter visitare questo delizioso borgo alla sera. Si scende quindi lungo via Crocetta, mantenendosi al di fuori del concentrico. Al termine della strada si va a sinistra e dopo pochi passi ecco la panchina gigante appena sotto il bordo strada. Di un intenso verde, sedendosi apre la vista in direzione delle colline e della svettante torre di Barbaresco, meta dell’escursione che si andrà a percorrere. Una volta fatti penzolare i piedi dall’alta Big Bench, si riprende il cammino seguendo via Crocetta in discesa fino a raccordare sulla provinciale. Prestando attenzione, la si percorre verso sinistra fino alla rotonda dove si prosegue ancora per circa 0,5 chilometri lungo la provinciale (direzione Barbaresco) arrivando ad un incrocio. Si va a sinistra, in discesa (cartello bianco/ rosso 313 Barbaresco) attraversando una piacevole zona di vigneti con panorama sempre ampio verso le colline opposte che salgono verso la meta. Si supera una prima azienda agricola caratterizzata da una torretta per arrivare alla Cascina Principe.

Appena oltre i cancelli d’ingresso si prende la sterrata sulla destra che fa aggirare la cascina (è necessario tenere la direzione seguendo le tacche bianche/rosse sui pali di testa del vigneto, per non entrare in proprietà privata). Subito dopo, ecco un ponte a sinistra che fa superare la vecchia ferrovia che collegava Bra a Nizza Monferrato. Si procede ancora in discesa seguendo la linea ferroviaria per poi deviare a destra seguendo la curva di un noccioleto e su strada bianca costeggiare pioppeti e noccioli. Attenzione ad una strada che si stacca ad angolo retto sulla sinistra (cartello 313 Barbaresco): la si imbocca cominciando a risalire la valletta caratterizzata da vigneti, rose e ciliegi.

Una salita abbastanza decisa; ma ecco una breve deviazione a sinistra (cartello “la sosta del viandante”) che porta ad un’altissima panchina gigante, dove fermarsi ammirando il panorama in direzione di Neive e osservando la strada percorsa finora. Come si può notare dalla forma a mezza botte, non è una Big Bench ufficiale, ma questo nulla toglie alla panoramicità (e alla possibilità di tirare il fiato lungo la ripida salita!).

Subito dopo questa deviazione, lo sterrato lascia il posto all’asfalto e con andamento sinuoso si sale fino alla frazione Montestefano. Non si entra tra le case ma si continua su asfalto, ora più graduale, a destra sbucando sulla provinciale. La si attraversa e lungo la pianeggiante via Domizio Cavazza si entra in Barbaresco.

Attenzione alla prima chiesa che incontrate: appena la superate, voltatevi a guardarne la facciata… per scoprire che in realtà è la sede dell’Enoteca regionale del Barbaresco (con oltre 120 etichette, ossia il 90% dell’intera produzione vinicola locale) e l’Ufficio informazioni! Proseguendo oltre l’edificio ex sacro si percorre la principale via Torino fino ad arrivare alla parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, alle cui spalle svetta la caratteristica Torre medievale risalente al XI secolo e su cui è possibile salire utilizzando un moderno ascensore che porta all’ingresso, a tredici metri di altezza, in un mix moderno di vetro e acciaio che si fondono con il mattone antico. Due i piani visitabili che anticipano la panoramica terrazza da cui la vista spazia fino al Roero e al Monferrato: davvero imperdibile! Dopo la visita a questo delizioso borgo, si ripercorre a ritroso la via dell’andata o in alternativa si può prendere un autobus della linea n. 62 Alba-Castiglione Tinella (www.buscompany.it)

BAR TO BAR

Il percorso tra Neive e Barbaresco fa parte del Bar to Bar, tracciato di lunga percorrenza che collega Barbaresco a Barolo. Sette tappe per scoprire una gran parte del territorio langarolo che segue per lo più strade bianche, portando tra piccole borgate, boschi e colline solcate da fitti vitigni. Nato soprattutto per la bicicletta, è percorribile anche a piedi e comprende un lungo anello di 138 chilometri che da Barbaresco passa per Neive per poi dirigersi verso Treiso e l’Alta Langa dove ancora echeggiano gli echi dello scrittore partigiano Beppe Fenoglio. Si scende quindi in Valle Belbo per risalire al passo delle Bossola e tornare verso la Valle Tanaro. Superati Bossolasco, Serravalle e Roddino si arriva a Serralunga ed il suo castello per toccare quindi Castiglione Falletto, Monforte d’Alba e Barolo, chiudendo infine il cerchio attraverso La Morra ed il centro storico di Alba (www.visitlmr.it/it/itinerari/trekking/btb-da-barbaresco-barolo).

OLTRE LE PASSEGGIATE: NEIVE

Non è stato inglobato nell’escursione ma merita di sicuro una visita per ammirare le sue stradine dal sapore medievale. A differenza di Barbaraseco, che si estende lineare lungo il crinale collinare, Neive si arrotola sul bricco con stradine concentriche che salgono tra antiche chiese e palazzi storici fino a raggiungere il culmine della Torre dell’Orologio.

PER LA SOSTA

International Camping Le Fonti: a 1,5 km dal centro di Agliano Indirizzo: via Alle Fontane 54 - Agliano Terme Info: tel. 0141 954820 – www.facebook.com/internationalcampinglefonti GPS: 44°47’49”N 8°14’30”E

Area Camper Borgonovo: vicinissima al centro storico di Neive Indirizzo: via Circonvallazione 12 - Neive Info: tel. 366 2474111 - www.facebook.com/CircoloRosaNeive GPS: 44°43’39”N 8°06’47.5”E

INFORMAZIONI UTILI

Ente turistico di Langhe Monferrato e Roero: www.visitlmr.it Guida “A piccoli passi tra le Big Bench del Piemonte“: www.graphot.com/schedalibro/annalisa-porporato-francovoglino/a-piccoli-passi-bigbench-9788899781927-726383.html Parco artistico La Court: www.michelechiarlo.it Big Bench Project: www.bigbenchcommunityproject.org

Non si può che parlare di vini: siamo nel cuore più vivace della produzione vitivinicola e la La Court, oltre che parco artistico, è una tenuta che aderisce al progetto V.I.V.A. “Sustainable Wine” (www.viticolturasostenibile.org) e dove dal vitigno Barbera, con rese molto basse ma qualità superiore, nascono per la Michele Chiarlo il Nizza Docg, con affinamento di almeno 18 mesi, il Nizza Docg Riserva, con affinamento di almeno 30 mesi, e la Barbera d’Asti Docg con affinamento di almeno 16 mesi (www. michelechiarlo.it).

A Barbaresco, invece, a farla da padrone è il vitigno Nebbiolo da cui si ottiene il pregiato Barbaresco Docg e il Nebbiolo Langhe Doc più di pronta beva. Sono inoltre prodotti ben nove Barbaresco Riserva, uno per ogni vigneto specifico e sulle etichette vengono riportato i nomi dei Cru e dei singoli proprietari. Nell’itinerario proposto, quando si passa accanto alla grande panchina di Barbaresco, per esempio si è presso il Cru Montestefano, e poi al Cru Ovello (www.produttoridelbarbaresco.com).

Spostandosi a Neive, detta “la terra dei quattro vini”, si trova ancora l’uva Nebbiolo, conferita per la produzione del Barbaresco Docg, ma anche i vitigni specifici per la produzione degli omonimi Barbera d’Alba Docg, Dolcetto d’Alba Doc e, ultima ma solo in ordine alfabetico, il Mo - scato d’Asti Docg (www.bottegadei4vini.com).

 

Annalisa Porporato, Franco Voglino