Storico Carnevale di Ivrea
Battaglia delle Arance e molto altro per il Carnevale Storico più antico d’Italia
Dal 10 al 13 febbraio 2018
Quello di Ivrea è il più antico Carnevale storico d’Italia (il primo verbale risale al 1808), un evento unico in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita a una grande festa civica popolare dal forte valore simbolico, durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria capacità di autodeterminazione ricordando un episodio di affrancamento dalla tirannide di medievale memoria.
Noto ai più per la spettacolare Battaglia delle arance che si svolge per tre giorni nelle principali piazze cittadine, il Carnevale eporediese si caratterizza per un complesso cerimoniale che attinge a diverse epoche storiche fino a culminare nel Corteo Storico. Vera protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858. Ad accompagnarla il Generale di origine napoleonica che guida il brillante Stato Maggiore, e a seguire il Sostituto Gran Cancelliere, cerimoniere e rigido custode della tradizione, i giovanissimi Abbà uno per ognuno dei cinque rioni e il Podestà, rappresentante del potere cittadino. A scandire il Corteo le note delle pifferate degli amati Pifferi e Tamburi.
Lo spirito dello Storico Carnevale d’Ivrea vive nella rievocazione della sollevazione del popolo contro il Marchese di Monferrato che affamava la città. Nella leggenda fu il gesto eroico di Violetta, la figlia di un mugnaio, a liberare il popolo dalla tirannia. Ribellatasi allo ius primae noctis imposto dal barone, Violetta lo uccise con la sua stessa spada e la celebre Battaglia delle arance rievoca proprio questa rivolta. In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini e i visitatori, a partire dal Giovedì Grasso, su ordinanza del Generale, scendono in strada indossando il classico Berretto Frigio un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.
Battaglia delle Arance
È l’elemento più spettacolare del Carnevale, quello che meglio rappresenta la rivolta del popolo (gli aranceri a piedi) contro le armate del tiranno (gli aranceri sui carri). Per tre pomeriggi (da domenica a Martedì Grasso) le squadre a piedi, senza alcuna protezione, combattono contro gli aranceri sui carri, protetti da caschi di cuoio.
La battaglia è un concentrato di ardore e lealtà. Non è raro vedere avversari in battaglia darsi la mano in segno di rispetto, riconoscendo l’abilità e il coraggio altrui.
Le nove squadre occupano ognuna una zona fissa: gli Asso di Picche, la prima nata nel 1947, tira in Piazza di Città, che condivide con la Morte (1954). In piazza Ottinetti troviamo gli Scacchi (1964) e gli Scorpioni d’Arduino (1966), mentre I Tuchini del Borghetto (1964) sono i soli a tirare sulla riva destra della Dora Baltea. In piazza del Rondolino combattono la Pantera Nera (1966), i Diavoli (1973) e i Mercenari (1974). Infine i Credendari (1985) che tirano in piazza Freguglia.
I carri da getto sono divisi in pariglie (2 cavalli) e quadriglie (4 cavalli) e si alternano all’interno delle piazze per pochi minuti. Non solo l’ardore in battaglia e la correttezza nel tiro, ma anche la qualità degli allestimenti e i finimenti dei cavalli sono elementi che concorrono a definire le classifiche finali. Tra i protagonisti vi sono anche i cavalli, da sempre oggetto di grande cura e rispetto in città: proprio a Ivrea, a luglio, ha luogo la Fiera di San Savino, la seconda rassegna equestre italiana.
Curiosità in pillole
· Sebbene abbia origini e radici più antiche, è consuetudine datare l’origine del Carnevale di Ivrea al 1808, anno in cui inizia la verbalizzazione scritta delle cerimonie.
· Il logo del Carnevale viene chiamato “Pich e Pala”.
· La Vezzosa Mugnaia e il Generale sono i personaggi principali del Carnevale; accompagnati dal Corteo Storico, devono rispettare un rigoroso Cerimoniale in ogni momento.
· Sono circa 100.000 gli spettatori che lo Storico Carnevale di Ivrea attira ogni anno. 9000 i quintali di arance utilizzate durante la Battaglia. 9 le squadre a piedi e circa 54 i carri divisi tra pariglie e tiri a quattro.
· Il Sindaco di Ivrea il Giovedì Grasso cede i suoi poteri e le chiavi della città al Generale.
· L’identità della Vezzosa Mugnaia deve rimanere segreta fino alle 21 del Sabato Grasso, momento in cui viene proclamata dal Sostituto Gran Cancelliere dal balcone del Municipio.
· Si può dire che a Carnevale il Berretto Frigio rappresenti un vero e proprio marchio di eporediesità. Lo si deve indossare a partire dalle 14.30 di Giovedì Grasso non soltanto per evitare, nei tre giorni della battaglia delle arance, di essere fatti oggetto di lancio – proprio come vogliono la tradizione e l’Ordinanza del Generale – ma anche e soprattutto come espressione di partecipazione attiva alla manifestazione.
· I cavalli sono una componente importante del Carnevale. A Ivrea si svolge ogni anno la Fiera di San Savino, seconda in Italia solo a quella di Verona. Eporedia, nome originario della città, era una città romana all’imbocco della Via delle Gallie sede di una stazione di posta per il rifornimento e cambio dei cavalli. Degni di nota sono le bardature e i finimenti dei cavalli utilizzati durante il Carnevale.
· Fagiolate rionali. I fagioli grassi sono certamente il piatto che meglio rappresenta la lunga tradizione gastronomica legata al Carnevale. La tradizione delle fagiolate benefiche risale al Medioevo, quando razioni di fagioli, bene prezioso nell’alimentazione dei popolani, erano distribuite dalle Confraternite eporediesi ai poveri.
· L’evento gastronomico che chiude lo Storico Carnevale di Ivrea, in concomitanza con il primo giorno di Quaresima, è la Polenta e Merluzzo, organizzato dal Comitato della Croazia.
· Oltre al toponimo, a Ivrea alcune piazze hanno almeno un altro nome. Piazza Ferruccio Nazionale è conosciuta anche come piazza Vittorio Emanuele II, ma è detta piazza di Città; piazza Gioberti è detta invece piazza Maretta.
· Nel 1858 in occasione dell’introduzione della figura della Mugnaia nel Carnevale il professor Ferdinando Bosio scrive “La Canzone del Carnevale di Ivrea”, messa poi in musica dai Maestri Lorenzo Olivieri e Angelo Burbatti.
· Nell’Ottocento le arance, frutto esotico e non comune, venivano usate come segno di omaggio e lanciate dai balconi della città, garbatamente prima e con più accanimento poi, durante il Corso di Gala. A questa consuetudine si fa risalire l’origine della Battaglia delle arance, scesa successivamente nelle piazze.
· Il gruppo dei Pifferi e Tamburi trae le sue origini dalle bande militari che accompagnavano anticamente gli eserciti. La data di costituzione risale al 1808, anche se la loro tradizione musicale è di fatto accertata fin dal XVI sec.