LE PANICELLE DI SAN BIAGIO
In occasione della festa di San Biagio, il 3 febbraio a Taranta Peligna (CH) il protettore della gola e dei lanieri, ogni anno, viene festeggiato con un rito che risale al XVI secolo, legato alla tradizione della lavorazione della lana.
Il Santo, prima di essere decapitato fu martirizzato con i pettini di ferro, usati per pulire la lana appena tosata, da qui la cerimonia.
Il Paese, fin dal Medio Evo, è noto per la lavorazione artigianale dei tessuti in lana e soprattutto per la realizzazione delle famose “tarante”, coperte di lana, senza “dritto” e “rovescio”, caratterizzate da decori floreali
o geometrici, a più colori e belle frange annodate a mano. Dal giorno precedente la festa, tutti i tarantolesi sono coinvolti nella lunga e laboriosa preparazione delle “panicelle”, piccoli pani, a base di farina ed acqua, dalla forma di mano benedicente.
Le forme vengono posizionate su degli assi chiamati piatene e portati a cuocere al forno del paese in processione da ragazze e ragazzi in costume tipico; dopo la cottura e la benedizione, i pani vengono distribuiti ai fedeli, che li mangiano con devozione o li conservano al fine di ottenere protezione contro il mal di gola.
o geometrici, a più colori e belle frange annodate a mano. Dal giorno precedente la festa, tutti i tarantolesi sono coinvolti nella lunga e laboriosa preparazione delle “panicelle”, piccoli pani, a base di farina ed acqua, dalla forma di mano benedicente.
Le forme vengono posizionate su degli assi chiamati piatene e portati a cuocere al forno del paese in processione da ragazze e ragazzi in costume tipico; dopo la cottura e la benedizione, i pani vengono distribuiti ai fedeli, che li mangiano con devozione o li conservano al fine di ottenere protezione contro il mal di gola.