Se al Calendimaggio vuoi andare a digiuno devi stare. Tra riti e leggende torna la sagra dei Vertuti dove legumi e cereali saranno protagonisti della tavola.
Da un quarto di Secolo Paganico Sabino, caratteristico paese della Valle del Turano, celebra il 1° maggio con un rito antico attraverso il quale si saluta l’arrivo della buona stagione: l’affascinante “Kalènnemàju” spegne quest’anno 25 candeline e torna puntuale in occasione della Festa dei Lavoratori. Il ritorno alla vita e la rinascita rappresentano l’allegoria del Calendimaggio, con cui i contadini si mettevano alle spalle il rigido inverno e offrivano a Madre Natura i loro auspici per la fecondità della terra. E così anche quest’anno, alle 11.30, nel borgo in provincia di Rieti tornerà il suggestivo rito; rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre gherigli di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”: se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto. Ad accogliere i visitatori a Paganico Sabino sarà un irresistibile mix di tradizioni, storie, leggende, riti pagani e prelibatezze locali: terminato il “Kalènnemàju” la festa si sposterà infatti in tavola con la Sagra dei Vertuti, una zuppa di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano, granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina, da gustare insieme a maccheroni al pomodoro, salsicce, bruschette e al vino all’interno del centro diurno coperto da grandi tensostrutture.
Nel corso della giornata sarà inoltre possibile visitare la Mostra di arredi sacri e attrezzi della civiltà contadina, curiosare fra gli stand dei prodotti tipici che riempiranno il centro storico e assistere agli spettacoli musicali dal vivo, mentre per i più piccoli è in programma la terza edizione del torneo di calcetto “Kalènnemàju 2015” in collaborazione con l’Associazione popolare “Liberi di giocare”. A disposizione dei visitatori ci sarà anche un servizio gratuito di bus-navetta per raggiungere la Sagra dopo aver parcheggiato lungo la via che conduce al paese, un borgo dal fascino magico che sorge sulle sponde del Lago del Turano. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, Paganico Sabino è circondato da boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che lasciano spazio ad ampie praterie. L’aspetto del borgo è quello di un “castrum” medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze nel centro storico dominato dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione, mentre meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista. Nel territorio di Paganico Sabino sorge inoltre la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.