Fra i monti della Carnia, in Friuli Venezia Giulia, per ammirare una straordinaria rassegna di presepi, di varie dimensioni e fogge e trascorrere in tutta sicurezza una piacevole giornata all’aria aperta: l’invito viene dall’antico borgo di Sutrio, ai piedi dello Zoncolan, dove nel periodo natalizio si svolge da anni la rassegna Borghi e Presepi. Una tradizione che anche quest’anno - nonostante il difficile periodo - la Proloco di Sutrio in accordo con l’amministrazione comunale, ha voluto rinnovare, come simbolo di rinascita e di speranza per tutti.
Evento aperto dal 20 dicembre fino al 6 gennaio
La manifestazione, organizzata secondo le normative anti contagio e di conseguenza in forma ridotta, prende il via il 20 dicembre 2020 per concludersi il 6 gennaio 2021: oltre 50 presepi prevalentemente di legno, ma realizzati anche con altri materiali, sono collocati en plein air nei cortili, sotto i portici delle caratteristiche case del centro storico del paese, nelle piazzette e lungo le stradine lastricate di pietra. Il paese è addobbato a festa, con grandi alberi di Natale in legno da riciclo creati dagli artigiani del paese, luci, corone e composizioni natalizie. I presepi esposti sono realizzati non solo da artigiani ed artisti, ma anche dagli abitanti di Sutrio, che li espongono all’esterno delle proprie abitazioni, sui davanzali delle finestre, nelle nicchie dei muri.
Borghi e Presepi di Sutrio: il Presepio di Teno
Cuore di Borghi e Presepi è il Presepio di Teno, un vero e proprio capolavoro di sapienza artigianale e minuziosa pazienza, realizzato nel corso di 30 anni di lavoro da Gaudenzio Straulino (1905-1988), maestro artigiano di Sutrio. Esposto in un’antica casa del paese, riproduce in miniatura gli usi e i costumi tradizionali che vengono animati grazie a una serie di perfetti ingranaggi meccanici, con l’alternarsi del giorno con la notte, le figure in movimento, l’acqua che scorre nei ruscelli. Più che un presepio nel senso tradizionale del termine, quello di Teno è uno straordinario spaccato etnografico sulle tradizioni, la vita, i lavori, le usanze della montagna carnica. Vi sono raccontati con minuzia di particolari la fienagione sullo Zoncolan e il trasporto del fieno a valle su gerle e slitte, le donne che filano e tessono, il lavoro al mulino e quello alla segheria, il trasporto del corredo nuziale nella nuova casa della sposa, la festa dei coscritti che attraversano il paese sul carro infiocchettato ed altro ancora: sono decine le scene, che descrivono la vita e i ritmi di un tempo e lasciano incantati grandi e piccoli.