23° Gioco del Ponte - 29 giugno 2013 Pisa
Il Gioco del Ponte è una manifestazione storico rievocativa che si articola in due momenti distinti ma altrettanto significativi: il Corteo Storico sui
Lungarni, una sorta di parata militare assai imponente, e la Battaglia, ambientata sul Ponte di Mezzo, ove le squadre dei quartieri appartenenti alle due fazioni cittadine rivali danno prova della rispettiva potenza fisica, in un’atmosfera agonisticamente avvincente.
Alcune fonti vogliono far risalire le origini del Gioco all’antichità classica. Non risultando certe tali ipotesi, si ritiene che abbia avuto origine dalla trasformazione locale del Gioco del Mazzascudo, che, dall’undicesimo al tredicesimo secolo veniva giocato come una battaglia simulata nell’antica Piazza degli Anziani, oggi dei Cavalieri.Il Mazzascudo si effettuava tra singoli giocatori, equipaggiati con corazze, mazze e scudi. Nel giorno finale gli scontri individuali lasciavano posto ad una battaglia generale con i combattenti suddivisi in due schiere “del Gallo” e “della Gazza”.La prima edizione del Gioco del Ponte conosciuta e certa porta la data del 22 febbraio 1568. Il Ponte, sede della Battaglia, era il Ponte Vecchio, corrispondente all’attuale Ponte di Mezzo, e scopo dello scontro era la conquista di una parte o di tutta la metà occupata dalla fazione avversaria. I giocatori di Tramontana e Mezzogiorno, erano suddivisi in squadre, di numero variabile, composte ciascuna da 50 o 60 soldati. Ogni squadra si distingueva per propri colori ed insegne. I protagonisti della Lotta, basata sullo scontro fisico diretto, erano equipaggiati con armatura, elmetto detto “morione” e “targone”, una sorta di scudo in legno di tiglio o di pioppo - lungo oltre un metro e pesante più di due chili e mezzo - oblungo ed asimmetrico, con le estremità arrotondate, adoperato alquanto impropriamente anche come arma d’offesa. La violenza della lotta ha costituito una caratteristica costante di questi scontri. Il desiderio di autonomia dalla dominazione fiorentina, e l’esasperarsi
dell’agonismo sul Ponte, resero il Gioco del Ponte poco gradito a Pietro Leopoldo, tanto che, dopo l’edizione del 1785, non concesse più il permesso di effettuare la Battaglia , che conoscerà così un periodo di interruzione fino al 1807, unica edizione del XIX secolo.
Il Gioco del Ponte è una manifestazione storico rievocativa che si articola in due momenti distinti ma altrettanto significativi: il Corteo Storico sui
Lungarni, una sorta di parata militare assai imponente, e la Battaglia, ambientata sul Ponte di Mezzo, ove le squadre dei quartieri appartenenti alle due fazioni cittadine rivali danno prova della rispettiva potenza fisica, in un’atmosfera agonisticamente avvincente.
Alcune fonti vogliono far risalire le origini del Gioco all’antichità classica. Non risultando certe tali ipotesi, si ritiene che abbia avuto origine dalla trasformazione locale del Gioco del Mazzascudo, che, dall’undicesimo al tredicesimo secolo veniva giocato come una battaglia simulata nell’antica Piazza degli Anziani, oggi dei Cavalieri.Il Mazzascudo si effettuava tra singoli giocatori, equipaggiati con corazze, mazze e scudi. Nel giorno finale gli scontri individuali lasciavano posto ad una battaglia generale con i combattenti suddivisi in due schiere “del Gallo” e “della Gazza”.La prima edizione del Gioco del Ponte conosciuta e certa porta la data del 22 febbraio 1568. Il Ponte, sede della Battaglia, era il Ponte Vecchio, corrispondente all’attuale Ponte di Mezzo, e scopo dello scontro era la conquista di una parte o di tutta la metà occupata dalla fazione avversaria. I giocatori di Tramontana e Mezzogiorno, erano suddivisi in squadre, di numero variabile, composte ciascuna da 50 o 60 soldati. Ogni squadra si distingueva per propri colori ed insegne. I protagonisti della Lotta, basata sullo scontro fisico diretto, erano equipaggiati con armatura, elmetto detto “morione” e “targone”, una sorta di scudo in legno di tiglio o di pioppo - lungo oltre un metro e pesante più di due chili e mezzo - oblungo ed asimmetrico, con le estremità arrotondate, adoperato alquanto impropriamente anche come arma d’offesa. La violenza della lotta ha costituito una caratteristica costante di questi scontri. Il desiderio di autonomia dalla dominazione fiorentina, e l’esasperarsi
dell’agonismo sul Ponte, resero il Gioco del Ponte poco gradito a Pietro Leopoldo, tanto che, dopo l’edizione del 1785, non concesse più il permesso di effettuare la Battaglia , che conoscerà così un periodo di interruzione fino al 1807, unica edizione del XIX secolo.