Il “sabadò”, tradizionale prodotto romagnolo e solarolese, dolce con ripieno a base di castagna bagnato nella Saba, dà il suo nome ad una festa gastronomica di grande rilievo. Dalla mattina alla sera è aperto un grande stand gastronomico nel quale si potranno degustare ed acquistare numerosissime specialità romagnole, per le vie del centro storico. Ad esso si affiancherà il mercato dei sapori della campagna e tutti i negozi del centro rimarranno aperti per proporre ai numerosi ospiti i propri prodotti. Nel pomeriggio verranno organizzati numerosi giochi in piazza con la tradizionale corsa dei tacchini. Per i più piccoli sarà predisposto un apposito “angolo del divertimento”.
Sabato 17 e Domenica 18 novembre quindi la piazza riecheggerà delle risate dei bambini mentre nell’aria si confonderanno gli effluvi dei prodotti e dei piatti tipici della nostra terra, tra cui, nel ruolo di principe, il “sabadò”, che sarà accompagnato da cagnina, vin brulé e caldarroste.
Assieme ai numerosi prodotti tipici come i vini di Romagna, dal sangiovese all’albana, e ai prodotti I.G.P. come le pesche nettarine, le albicocche, le pere, il kiwi e lo scalogno, Solarolo offre, non solo durante la festa, ma tutto l’anno, la possibilità di apprezzare anche le sue opere d’arte custodite in antiche chiese ed oratori. Nella Chiesa Arcipretale ad esempio, è conservato un Crocifisso quattrocentesco ed una tela del 1522 raffigurante l’Assunzione di Maria Vergine, opera del faentino Sigismondo Foschi; nella Sala Consiliare invece si trova un rilievo marmoreo del XV sec. Della Madonna col Bambino. Lo stesso Oratorio dell’Annunziata è in sé una pregevole opera d’arte, ristrutturato in stile barocco nel 1743, ma risalente alla prima metà del ‘500. Nell’Aula Archeologica ad esso annessa sono inoltre custoditi vari oggetti ritrovati nelle campagne, che dimostrano come il territorio di Solarolo sia anche archeologicamente molto interessante.