La favola di Zia Caterina | Le interviste di CamperLife

A volte un camper può essere molto più di un veicolo ricreazionale. A volte diventa addirittura uno strumento insostituibile nel sociale. È quello che accade con il progetto Milano 25 gestito da un’eccentrica e adorabile “zia”

camper rivista camper camperlife"Lei, che una volta faceva la moglie e l’impiegata e che un giorno ha radicalmente cambiato la sua vita per diventare un instancabile motore di solidarietà". Con queste parole Cecilia Sandroni descrive la sua amica Zia Caterina, protagonista della nostra Intervista del Mese. Agli atti Caterina Bellandi, questa Zia è un vero vulcano di idee, di colori, di sorrisi e di emozioni. Tutti strettamente connessi con bambini che quotidianamente lottano contro mali spesso difficili da sconfiggere persino da “noi grandi”. Bambini che quindi sono per Zia Caterina dei Supereroi. E cosa c’entra il mondo camper in tutto ciò? C’entra dal momento in cui Laika ha messo a disposizione del progetto Milano 25, con un comodato d’uso gratuito che si rinnova mensilmente, un mezzo per portare questi bambini in viaggi all’apparenza impossibili. Perché nulla è impossibile e “il mondo cambia nella misura in cui noi gli chiediamo di cambiare”. Parola di Zia Caterina!

Partiamo con un tuo breve profilo
Sono Caterina Bellandi e faccio la tassista speciale a Firenze. La mia è una storia d’amore, quella per il mio Stefano morto nell’agosto del 2001 per un tumore ai polmoni. Lui in realtà era il taxista, io facevo l’impiegata in un ufficio commerciale a Prato. Stefano prima di morire mi disse “tu sarai Milano 25”, che era la sigla del suo taxi, e così è stato. Ho lasciato il mio lavoro e ho iniziato un servizio di ascolto e di scambio attraverso ciò che Stefano mi aveva lasciato, dando vita con Milano 25 a una risposta d’amore al dolore della sua perdita. Nel taxi di Stefano vedevo il rifugio al mio dolore.

Come si è evoluto il progetto Milano 25 negli anni?
Alla guida di Taxi Milano 25 ho pian piano ricreato una piccola capsula magica all’interno della quale tutto diventava possibile, rielaborando e trasformando ogni dolore in un motore di amore e di speranza. Nel 2002 l’incontro speciale fatto sul taxi con una famiglia di un bambino morto di cancro mi ha portato per la prima volta all’Ospedale Pediatrico Meyer. La visita ai reparti mi ha coinvolta e travolta talmente tanto che da quel giorno ho iniziato a effettuare corse gratuite per l’ospedale a favore dei familiari e dei bambini malati di tumore. In quel momento sono diventata Zia Caterina.

Perché “zia”?
Perché la zia è la persona più vicina alla mamma che può viziare e non ha il compito di educare. Ho sempre desiderato essere una mamma chioccia e protettiva. E oggi sento che tutti i bambini del mondo sono miei figli perché sono i bambini che non ho mai avuto.

Chi sono i SuperEroi che fai dipingere sul tuo taxi?
I SuperEroi di Milano 25 sono ragazzi dalle capacità straordinarie, bambini e bambine che tutti i giorni sfidano mali crudeli e affrontano insopportabili dolori con la voglia di vivere e di vincere tipica delle più giovani età. Sono piccole anime che ogni giorno combattono la loro battaglia di diritto alla vita e a cui chiedo di rielaborare il dolore, creando una risposta alla malattia o alla morte come movimento alla vita, che dà coscienza e fa vivere intensamente ogni respiro. Il progetto dei SuperEroi di Milano 25 ha poco a che fare con la fantasia, è vita reale di tutti giorni. Il SuperEroe è la migliore parte di noi che non muore mai e che sopravvive a tutto attraverso il dono di sé stesso agli altri, spendendosi verso l’altro, accogliendo il dolore altrui, facendolo proprio e, insieme, sconfiggendolo. Il SuperEroe di Milano 25 deve semplicemente rispondere a una chiamata alla vita, deve sentire il dolore come risveglio dell’anima, della mente e della proposta di vita nuova. Rispondere alla vita vuol dire rispondere alla paura della morte, avendo come unico strumento l’amore incondizionato verso sé e gli altri e la verità come autenticità e coerenza di sé stessi. Solo camminando insieme si riesce a creare una risposta sempre nuova, solo confrontandosi, ascoltandosi e creando emozioni nuove si può affrontare con leggerezza ciò che non si conosce e superare ogni paura. I SuperEroi sono persone normali che in un momento di difficoltà elevano la migliore parte di sé trasformandola in dono verso gli altri. Sono un gruppo di lavoro di autosoccorso che, come una famiglia, si sostiene imparando ad affrontare le paure in un cammino di condivisione. Faccio dipingere sul mio taxi i miei SuperEroi ,che diventano personaggi da fumetto dotati di superpoteri.

Come si diventa un SuperEroe?
Per diventare un SuperEroe chiedo soprattutto di essere veri, di non piangersi addosso, di non recitare, di indossare il meno possibile la parrucca anche se i segni della chemioterapia sono evidenti e di non nascondere la propria disabilità non avendo timore a condividere le proprie paure. Per questo coinvolgo i SuperEroi in molteplici attività di volontariato. Li rappresento sul taxi come dei piccoli animaletti a cartone animato perché gli animali, come i bambini, hanno un’anima sincera, non pensano ma sentono e sono istintivi. Rispecchiano il carattere del cuore.

Ma ti vesti così con cappello e mantello e abiti colorati ogni giorno?
Sì. Ogni dettaglio del mio abbigliamento è simbolo della mia rinascita dopo la morte. Niente dopo un’esperienza può tornare come prima ma tutto deve tendere al nuovo. Ho sempre avuto la passione per i cappelli e i colori, nel tempo mi sono pian piano vestita di ciò che incontravo attraverso i doni e le emozioni che mi facevano i bambini: un camper rivista camper camperlifebracciale, un fiocco, un campanellino. Il mantello l’ho messo più tardi, durante il viaggio in Russia che ho fatto per raggiungere Patch Adams. Lui mi chiese di trovare un abito da clown. Io però, non sentendomi un clown ma semplicemente una tassista, mi feci cucire un mantello per coprirmi dal freddo. Poi nel tempo è diventato il mio emblema di “servizio”, il “sì” incondizionato verso l’altro.

Oggi l’originale taxi Milano 25 è affiancato da altri taxi. Ce li racconti?
Taxi Milano 25 da oltre 15 anni presta servizio per le famiglie di bambini con patologie oncologiche, ma Milano 25 è anche un servizio taxi pubblico con regolare licenza nel Comune di Firenze. Negli anni ho dovuto cambiare diversi mezzi e man mano che finivano il servizio pubblico sono stati donati all’associazione Milano 25 onlus per la quale hanno continuato a svolgere servizio per i SuperEroi. Margherita è stato il primo taxi in servizio per i miei SuperEroi: il suo nome ricorda un fiore perché Margherita non era e non è una semplice auto, ma il simbolo di un amore vivo e gioioso, della vita che va oltre la morte. Margherita è l’emblema della gioia e, come tale, una volta terminato il suo “servizio pubblico”, è diventato un monumento alla solidarietà visitabile da tutti nel Giardino dell’Orticultura di Firenze. E d’altronde non poteva essere altrimenti. Margherita era un taxi troppo speciale per diventare un ferro vecchio: alla sua guida ho trovato la rinascita a una nuova vita trasformando il mio amore per Stefano in un amore ancora più grande, creando il progetto dei SuperEroi che proprio come una grande famiglia ti porta sempre verso nuovi orizzonti.

Quali taxi sono seguiti?
Berenice è stato il secondo taxi. Il suo nome deriva da due parole macedoni “portare” e “vittoria” e quindi significa “portatrice di vittoria”. Berenice rappresenta la battaglia da cui si esce vittoriosi, è celebrazione alla vita in terra e alla vita che va oltre la morte. Berenice, tra le tante storie che ha vissuto, ha quella di Luca, un SuperEroe davvero speciale che amava Londra e a cui, quando è rinato al cielo, ho voluto dedicare il terzo taxi, Luca’s Cab, un tipico taxi inglese, speciale e spaziale. Ha una rampa che lo rende accessibile a tutte le persone che hanno sviluppato delle disabilità a causa di patologie oncologiche ed è spaziale perchè appena entrati ci si trova in un’astronave della fantasia capace di far volare i bambini e i piccoli eroi in battaglie contro la malattia. Luca’s Cab da poco è andato in pensione per cedere il posto a SuperIvy, il nuovo taxi suo gemello dedicato a Ivana che, combattente con i guantoni da bruco, diventa caleidoscopio di emozioni leggere come le ali trasparenti di una crisalide. SuperIvy è stato inaugurato il 2 gennaio 2016 da Jovanotti, che ha tagliato il nastro con tutti i SuperEroi presenti balzando poi sulle ali del suo tetto in una celebrazione alla vita che rinasce dalla morte per evolversi in un amore sempre più grande e immenso.

Tra i tuoi sogni c’era quello di avere, oltre al taxi, un TaxiHome. Ovvero?
Ho fatto il mio ultimo viaggio con Stefano al termine di una sua chemioterapia. Lui era debole e allora pensai che un camper avrebbe potuto permettergli di viaggiare e di riposare durante il tragitto. Ne noleggiai uno con un’amica medico a bordo e partii con lui per Mont Saint Michel. Oggi il mio sogno è quello di integrare il servizio del Taxi con un TaxiHome che ci possa seguire sempre durante gli spostamenti come una piccola casa viaggiante dotata di tutti i comfort, una casa che sia “accessibile” e “fruibile” dai bambini con disabilità motorie e nella quale, così come succede nel Taxi di Milano 25, ci si senta travolti da una dimensione fatata, dove ogni desiderio potrebbe avverarsi. Una piccola wonderland che incantando chi incontra dà vita a una continua sinergia dove il viaggio diventa condivisione di momenti magici, indipendentemente dalla meta che la maggior parte delle volte è un ospedale o un centro terapeutico. Il TaxiHome Milano 25 diventa pertanto il mezzo attraverso il quale è possibile vivere con normalità il quotidiano, anche in un momento di disagio, trasformando il classico trasporto in ambulanza in un viaggio a bordo di un mezzo fuori dal tempo e dallo spazio, dotato di tutti i comfort di una casa e con il quale è possibile abbattere ogni barriera fisica e mentale.

Sei riuscita a realizzarlo?
Per ora la Laika ci ha concesso in comodato d’uso gratuito un camper con il quale abbiamo iniziato a sperimentare questa nuova avventura di viaggio. Il contratto ci viene rinnovato di mese in mese ma speriamo che un buon angelo ci aiuti a trovare una soluzione un po’ più stabile. Il mio obiettivo è quello di utilizzare questo veicolo in un confronto con le potenzialità e le esigenze di accessibilità e fruibilità dei SuperEroi e delle loro famiglie. Da questa sperimentazione vorrei far partire lo studio e la progettazione del TaxiHome Milano 25 sperando che aziende del settore come la Laika capiscano l’importanza di questo progetto, che non deve essere un’operazione di marketing ma un’iniziativa di amore gestita come fa un buon padre di famiglia che mette a disposizione il proprio cuore e il proprio buon senso ascoltando le necessità dell’altro.

In concreto a cosa serve?
Viaggiare su un camper superconfortevole e accessoriato permette di abbattere la percezione delle barriere e porta quindi a rinforzare l’autostima del bambino. Al contempo non crea fratture con la famiglia che si vedrebbe altrimenti tagliata fuori completamente da un improvviso squilibrio delle dinamiche di vita quotidiana. Il poter trasportare con facilità questi passeggeri dopo le cure ospedaliere o chemioterapiche verso casa o in qualsiasi località, di mare o di montagna, anche per un semplice pic-nic o pellegrinaggio, ma anche consentire ai bambini di attendere nel parcheggio dell’ospedale giocando e distraendosi, favorisce la loro integrazione e socializzazione. Permette inoltre di tramutare il disagio in un viaggio spensierato che stimola e valorizza l’attenzione non più verso la malattia. Attiva uno stato emozionale positivo grazie a stimoli esterni.

Dove ti ha portata questo TaxiHome?
Con il camper abbiamo al momento fatto piccole, immense avventure. A ottobre siamo stati a Legoland in Germania. A Natale abbiamo attraversato l’Italia partendo da Firenze per arrivare in Sicilia in un tour d’amore che ha travolto e coinvolto chiunque, fino ad arrivare ad Acireale dove ci attendeva Jovanotti che, prima del suo concerto, ha tagliato il nastro inaugurale di SuperIvy. Abbiamo poi fatto altri piccoli viaggi come la visita del Papa a Firenze, il raduno dei camperisti di Amandola, il compleanno della piccola Angy a Brescia dalla quale siamo arrivati con altri bambini speciali.

Dove ti porterà, quali sono i viaggi futuri che hai in mente?
Abbiamo in programma una gita a Bolzano al Castel Thun nell’ambito del progetto di terapia per bambini con patologie oncologiche della Fondazione Thun. A giugno saremo alle Alempiadi, una traversata d’amore da Roma verso Castellanza in ricordo di Alessio, e a luglio saremo da supporto al viaggio di Adriano, lo sposo di SuperIvy che in suo nome percorrerà il cammino di Santiago in bicicletta.

Come possiamo aiutarti a raggiungere tutti i tuoi sogni?
Potreste sostenere il progetto per l’acquisto del Camper di Milano 25 che mi consentirebbe, come ha detto la mamma della supereroina Ely Cocò, di poter promettere concretamente a un bimbo ‘ti porto fuori nonostante tu non possa uscire’. Per farlo è aperto il canale donazioni Milano 25 Onlus, dovreste indicare come causale “taxihome” e usare l’IBAN IT08 L057 2802 8014 4857 0204 051. Io già vi ringrazio!

 

Redazione Camperlife