Viaggi in Camper. Il cammino del centurione da Premilcuore

L'introspezione del viaggio di terra incontra la natura incontaminata del Fiume Rabbi nell'Appenino settentrionale, dove si addentrano, in un avventuroso canyon, le sue acque vive e limpide 

Il centurione Marcelliano arrivò da Roma nella valle del Rabbi, duecentoquindici anni dopo la nascita di Cristo. Si nascondeva dallo stesso imperatore che -con ogni probabilità- aveva elevato il suo status a quel rango della catena di comando. Marcelliano al centro dell’ira di Caracalla dunque, imperatore nato a Lugdunum -la Lione della Gallia- che pietà non ne aveva alcuna: vendicativo, fratricida e celebre perché impose ai danni del defunto fratello Geda, l'onta della Damnatio Memoriae, la condanna della memoria. Su internet oggi è un privilegio e la condanna si è trasformata in diritto all'oblio, ad essere dimenticati. 

Il viaggio è invece un ricordo, indelebile. Marcelliano, oltre che per ricordare, viaggiava per fuggire; ritenuto da Caracalla un ribelle, un agitatore, il centurione, in quell'accampamento che circa novecento anni più tardi diveniva la cittadella di Premilcuore dell’alta valle del Rabbi, si era fatto un po' tutto: pastorello, agricoltore, all'occorrenza cacciatore, cominciava a mimetizzarsi fra il verde dell'Appenino romagnolo nelle foreste casentinesi. Camminava attraversando i boschi di castagni attorno al fiume Rabbi, con i calzari di cuoio a calciare gli spinosi gusci dei loro frutti. Armeggiava con il coltello, conosceva i suoni del bosco, gli odori del faggeto, le sue ombre e gli spiragli di luce. Conosceva l'introspezione e l'intimità con la natura, fuggendo dalla sicurezza di qualcosa come noi camperisti, che a forza di fuggire da qualcosa, il buono di quel qualcosa abbiamo cominciato a portarcelo appresso: il camper. 

Dentro alle marmitte del fiume Rabbi

Addentrandosi tre chilometri nell'Appenino oltre Premilcuore, nella terra di Giumella, il fiume Rabbi è soave, le acque cristalline, rapide e pure. Lo si vorrebbe bere tutto, averlo intero come una vena blu della terra a cui unirsi. Il fiume striscia fra i suoi argini alti arrotolandosi e serpeggiando. Riavvoltosi, dà luogo a pozze profonde, vere piscine, e spazi di una natura vivente e mutante. Perché il fiume non è mai lo stesso. Come il filosofo lo sa: l'eterno divenire.

Ritornati al Rabbi dopo anni, da grandi, con alcune precauzioni del caso come il defibrillatore nel gavone, nemmeno noi insieme siamo gli stessi scarpinatóri di una volta. Nonostante ciò, e forse passando per un campo privato, abbiamo raggiunto le marmitte del fiume facilmente, calpestato i ciottoli con le scarpe adatte e alcuni di noi si sono immersi nel fiume per approfittare di una crioterapia naturale. L'acqua è gelata insomma, fredda che ravviva i pensieri e ringiovanisce a costo zero. 

La Grotta Urlante 

I più agili raggiungono la grotta Urlante dove una cascata si getta all'interno di un incavo, poi si apre come un teatro, con le acque raccolte sgorganti dal palco verso la platea di bagnanti. Ce ne sono di organizzati con bastoni telescopici e smartphone, abbiamo preferito la reflex analogica e Giuliana come fotografa ufficiale al posto dei selfie. Gino nuota a dorso, respira, vede il cielo e il tragitto compiuto ma non sa dove è diretto, mentre Tonino preferisce lo stile libero: è più veloce però non si accorge del percorso e trova solo approssimativamente la direzione davanti fra gli schizzi. I sentieri del Rabbi sono diversi e si percorrono anche a cavallo. Ci sono poi le escursioni organizzate da Marco Clarici, guida ambientale, per scoprire la flora del Parco e i lupi in autunno. L’incanto del fiume, fra l’altro, si è meritato gli onori del Financial Times, che ha menzionato le sue acque fra le più belle d’Italia. Vanno viste le cascate della Sega, aggraziate e stupende, in base al carico d'acqua si biforcano attorno a un grande masso. Non lontano dall’agriturismo Ridolla, la piscina più spettacolare del Rabbi è da sogno e viene voglia di viverci davanti, in faccia a quello spuntone che arreca la gioia degli amanti dei tuffi. Coraggiosi (o incoscienti), scelgono questo trampolino naturale per un salto di diversi metri. 

Campeggio dove respira il fiume

Si raggiunge il campeggio lì dove si sente il Rabbi respirare e il compressore di un camperista maleducato. Altrimenti, il Parco casentinese protegge i visitatori con il verde della foresta che a notte si attenua per poi scomparire nel silenzio conquistato. Oltre un certo dislivello dall'area sosta, la zona pic-nic immersa in una radura, accoglie i campeggiatori intenti ad accendere i loro barbecue. Sembrano una tribù degli stessi celti che abitavano queste zone prima dei romani. 

La Premilcuore del fiume

Tutto scorre, insieme agli scenari della strada sull'Appenino settentrionale del forlivese, visto dal finestrino del camper, fin quando usciti dal campeggio si giunge in un balzo nel paesello di Premilcuore, circa cinquecento metri sul livello del mare e settecento anime ad abitarlo. Sotto l'influsso fiorentino dal Trecento, questo comune del forlivese si pregia di un centro storico delimitato dalle edificazioni del castello, poggiato sugli argini del Rabbi. Da vedere: i palazzi nobili, Briccolani e Giannelli. Poi dalla strada statale l’incantevole vista d'un batter d'occhio, da lontano: perché Premilcuore è il paese sul fiume per antonomasia. Nominato Bandiera Arancione dal Touring Club, Premilcuore introduce il viaggiatore nel Parco nazionale delle foreste casentinesi grazie a un efficiente centro visite, all’interno anche il Museo della fauna del Crinale romagnolo. Doveroso il momento di contemplazione nel cinquecentesco oratorio del Mogio, a sfioro sul Rabbi con le sue belle pareti di pietra arenaria dorata dalla luce del sole. Sull'altra sponda splende invece la pieve di S.Martino all'Oppio del tardo Cinquecento fiorentino. Viaggiare facile a Premilcuore: un po’ centurioni e un po’ camperisti. 

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Per arrivare

Dal Nord sull’A14 in direzione Rimini/Ancona, si esce al casello Forlì: lasciata l’autostrada si prosegue sulla statale 72 bis e si continua sulla SS 9 ter appena fuori del capoluogo verso il parco delle foreste Casentinesi (spartiacque tra Emilia e Toscana) per proseguire in direzione di Premilcuore. 

Dal Centro-Nord il Parco delle foreste Casentinesi si raggiunge tramite la A1 (Milano-Roma), preferendo l’uscita dai caselli di Barberino del Mugello, oppure quelle di Firenze Sud (proseguire sulla SS 67) o Arezzo (da qui SR 71 per Bibbiena, poi Poppi/Stia sulla SR 70 e SS 310).

Da Sud, provenendo da Roma sull’E35 (Autostrada), usciti ad Orte, imboccare direzione Terni per proseguire sulla E45 in direzione Cesena, uscita S. Piero in Bagno. Proseguire sula strada provinciale 26, poi SP 4 e SP 9ter in direzione Premilcuore. 

PER LA SOSTA

Camping Ridolla area camper nel parco fluviale fornita di servizio bar e piscina.

Podere Pian Dei Preti, Premilcuore, FC 47010

GPS: 43.973918, 11.768795

Informazioni utili

Centro visita del Parco nazionale delle Foreste casentinesi e Museo della Fauna del Crinale romagnolo.

info: www.parcoforestecasentinesi.it

Via Roma 34 47010 Premilcuore (FC)

Guida per le escursioni: www.boschiromagnoli.it

Andrea G. Cammarata