Come Ulisse in Camper, alla Scoperta della Grecia

Un viaggio  in Grecia, culla della civiltà, alla scoperta dei luoghi mitici degli eroi dell’Iliade e di un mare tra i più belli del mondo. Un Paese dove la vita scorre ancora a misura d’uomo.

Quanti studenti, leggendo l’Iliade e l’Odissea, non hanno sognato di emulare le gesta degli eroi protagonisti dei due libri del divino Omero? Forse nessuno, perché i fatti che vi sono narrati sono in grado di colpire la fantasia di chiunque in età scolastica. È quindi comprensibile che la Grecia ed in particolar modo il Peloponneso, argomento di questo scritto, attirino molte persone che hanno avuto a che fare con il Pelide Achille sui banchi di scuola. Il porto di sbarco più comodo per visitare il Peloponneso per chi viaggia con il camper è senz’altro quello di Patrasso: da qui il visitatore deciderà se farne il periplo in senso orario o antiorario. Visto però che la maggior parte dei monumenti storici è situata sulla costa orientale della penisola, si consiglia di effettuare il tour in senso orario per poi riservare gli ultimi giorni prima del rientro alle spiagge delle costa occidentale. La prua del mezzo va quindi puntata verso Corinto, dove si visiterà la città antica.

Corinto

La zona antica si trova al centro dell’agglomerato moderno ed è corredata di cartelli esplicativi con spiegazioni anche in inglese, per cui la visita è piacevole ed interessante. Ad eccezione dei resti del tempio di Apollo, realizzato nel VI secolo a.C. in stile dorico, tutti gli altri reperti risalgono all’epoca romana. L’agorà è delimitata da un lato dalle fondamenta di un portico colonnato risalente al 337 a.C., mentre all’estremità orientale si trovano i resti della Basilica Iulia da cui si può scorgere la fontana inferiore di Pirene. Secondo la leggenda, Pirene pianse talmente la morte del figlio Cencriade da indurre gli dei a trasformarla in sorgente. Altri resti interessanti sono il tempio di Ottavia, la sorella dell’imperatore Augusto, l’antico teatro e l’odeon. Acrocorinto è la collina su cui sorgeva l’acropoli dell’antica Corinto e secondo molti studiosi, è una tra le più impressionanti acropoli della Grecia continentale. Vi si possono ammirare la fonte superiore di Pirene e uno dei castelli medievali più importanti del Paese.

Il canale di Corinto, la cui visita è imprescindibile, mette in comunicazione il golfo omonimo con il mar Egeo, venne costruito tra il 1881 ed il 1893, con una lunghezza di 6.345 metri, una larghezza di 25,6 metri ed una profondità di 8 metri. Le sue dimensioni non consentono il passaggio delle grosse navi oceaniche, ma in compenso viene molto utilizzato dalle imbarcazioni da diporto. Non dobbiamo dimenticare che Corinto significa anche mare e, sebbene non possegga moltissime spiagge, si può utilizzare quella della vicina cittadina di Loutraki o altrimenti quelle poste lungo la strada che scende verso l’Argolide. Non sono eccezionali e per nulla turistiche, tuttavia molto popolari tra i greci ed i camperisti. Coloro che visitano la città nella stagione appropriata non devono dimenticarsi di gustare l’uva di Corinto, forse più nota come uva sultanina. È dolcissima e viene offerta spontaneamente a fine pasto in tutte le taverne della zona.

Micene

Tra i siti archeologici più importanti, Micene ha senza dubbio un ruolo primario. Ciò che colpisce maggiormente ogni visitatore di questa possente rocca governata dalla stirpe degli Atridi di cui il più noto è senz’altro Agamennone, sono le mura ciclopiche erette attorno al 1300 a.C. il cui spessore varia dai tre agli otto metri e dove si staglia la maestosa porta dei leoni, sovrastata da un monolite sul quale sono scolpiti due leoni. Dietro la porta appaiono le abitazioni e la reggia del sovrano e percorrendo le stanze, i sentieri e le scale è facile lasciarsi prendere dalla fantasia e immaginare la presenza dell’Atreo. Ai piedi della rocca sono poste alcune delle tombe dei re e dei principi di Micene, tra cui quella denominata di Agamennone dove fu rinvenuta la celebre maschera d’oro, attualmente conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. Ai piedi della cittadella si trova anche il Museo Archeologico di Micene la cui visita è assolutamente raccomandata. Gli oltre 2.500 reperti in esso contenuti ci danno un’idea prescisa sui culti, sulla vita quotidiana dei Micenei e sul livello di raffinatezza e di ricchezza raggiunto dalla civiltà.

Argos

Argos dista da Micene una quindicina di chilometri ed è situata proprio al centro dell’Argolide e ai piedi della fortezza che, dalla collina di Larissa, sorveglia la città. Secondo la mitologia fu fondata da Danao, il padre delle Danaidi ed ebbe un ruolo di vitale importanza tanto da essere considerata la capitale della regione che da lei prende il nome e dominò su tutte le altre città del Peloponneso sino a diventare un pericolo anche per Sparta. Il suo passato ci appare oggi attraverso le antiche rovine, come le terme edificate sotto la dominazione romana, con relativo frigidarium, composto da tre piscine e da un calidarium. Inoltre sono visitabili l’antico teatro costruito nel IV secolo a.C., contenente circa 20.000 persone, i resti dell’Odeion, del santuario dedicato ad Afrodite e dell’agorà.

Nafplio

Nafplio, città di mare posta sul golfo Argolico, ha una storia antichissima che risale all’epoca classica e, secondo tradizione, sembra che sia di origine straniera, in quanto colonia egizia. Il nome deriva da Nauplio, figlio di Poseidone e Amimone. È stata soggetta a diverse dominazioni: Romani, Franchi, Bizantini, Veneziani, Ottomani e, finalmente, nel 1829 ritornò alla Grecia grazie alla guerra d’indipendenza ed ebbe l’onore di diventare la prima capitale, essendo Atene ancora sotto gli Ottomani. I Veneziani furono forse coloro che diedero alla città la maggior parte delle architetture oggi visibili, a cominciare dal centro storico il cui sancta sanctorum è Piazza Syntagma, dove si possono ammirare diversi edifici di chiara impronta veneziana, oltre, com’è d’obbligo, a numerosi caffè e ristoranti. Numerose sono le viuzze che convergono nella piazza e ognuna di esse ospita boutique, gallerie d’arte, ristoranti, bar e i più modesti negozi di souvenir. È certamente una città turistica con due anime (moderna e storica). Ma è una città che comunque fa innamorare gli innumerevoli visitatori anche grazie ad altri edifici storici, come il castello dei Franchi sulla collina di Acronauplia, costruito durante la loro dominazione, la fortezza di Palamidi risalente al 1711 – 1714, che si raggiunge con una scala di 940 gradini, il Castello di Bourtzi, un fortino posto all’ingresso del porto, la chiesa dei Franchi coeva del castello, la chiesa di San Spiridione del 1702, il possente bastione Grimani, 1702 – 1706, la porta di terra del 1708 e la caserma del 1713, oggi sede del Museo Archeologico.

Ma è soprattutto la sua atmosfera, a cui certamente contribuiscono l’aspetto generale ed il mare, a renderla così gradevole. Nafplio è anche città di mare, per cui,coloro che la visitano si aspettano anche di potersi rinfrescare nelle acque pulite del golfo. Tre sono le spiagge della città: Arvanitias Beach (posta subito sotto Palamidi, ha mare cristallino ma è spesso affollata), Neraki Beach (a un centinaio di metri dalla precedente, poco più di una caletta ma splendida), Karathona (straordinaria ma per questo molto frequentata, soprattutto dai camperisti).

Epidauro

Il sito archeologico di Epidauro è un must per tutti coloro che si recano in Grecia: si tratta di un luogo mitico che fa parlare di sé da migliaia di anni. Nell’antichità era conosciuto per il santuario dedicato ad Asclepio, meglio conosciuto come Esculapio, dio della medicina. Oggi la sua fama è quasi totalmente assorbita dal teatro, realizzato nel 350 a.C. E, sebbene la nazione ellenica possegga altri teatri coevi, nessuno eguaglia per perfezione e armonia di proporzioni l’architettura di Epidauro. Ma non basta poiché l’acustica, benché ottenuta su basi empiriche, è eccezionale, tanto è vero che viene utilizzato ancora oggi per opere liriche e spettacoli di recitazione e la voce degli interpreti arriva senza distorsioni sin nei piani più alti. Sebbene il teatro sia oramai il protagonista del sito, non dobbiamo dimenticarci dell’abaton, il sancta sanctorum del santuario dove avvenivano le guarigioni, o del katagogion, la foresteria in cui venivano ospitati i pellegrini, ed infine il santuario vero e proprio costruito tra il 380 ed il 375 a.C. Epidauro si trova vicino alla costa per cui, dopo la visita del sito, la si può tranquillamente raggiungere per una sosta ristoratrice. Particolarmente apprezzata dai camperisti è la località di Palia Epidavros dove, in bassa stagione, si può sostare con le ruote del camper direttamente nel piccolo golfo.

Malvasia

Monemvasia o Malvasia? Questo è il dilemma. I veneziani la chiamarono Malvasia, esattamente come il famoso vino che guarda caso è nato proprio qui, mentre per i greci è Monemvasia. Ad ogni modo, con qualsiasi nome la si chiami, questa cittadina fondata nel VI secolo d.C. è splendida. La parte medievale si raggiunge dalla porta principale del Kastro e, appena varcata, ci si trova in un mondo a parte. La strada principale è fiancheggiata da edifici curatissimi, trasformati in lussuose gioiellerie, gallerie d’arte, bar, ristoranti e negozi di souvenir. È però sufficiente scostarsi dalla via principale per trovare un mondo completamente differente, in cui oleandri e bouganville colonizzano le rovine delle antiche case che, anno dopo anno, vengono restaurate e riportate all’antico splendore. Chi scrive vi ritorna sovente ed ogni volta la ritrova sempre più bella e sempre più ricca di restauri. Sia che si percorrano i camminamenti di ronda che si affacciano su di un mare blu cobalto o che si visiti la chiesa bizantina del XII secolo con la sua preziosa iconostasi o che si salga alla fortezza e alla chiesa di Agia Sofia, Monemvasia non delude mai. Certo, è sempre affollata di turisti, ma questo è un piccolo prezzo da pagare in confronto a ciò che essa offre.

Penisola del Mani

La penisola del Mani è uno dei luoghi più genuini di tutta le Grecia, fatto di aspre montagne a picco sul mare, villaggi fantasma popolati da imponenti torri in pietra, panorami strepitosi su di un mare bellissimo e pittoreschi porticcioli, dove sembra che la vita si sia fermata. Il territorio, per molti anni chiuso al mondo esterno, è stato teatro di faide sanguinose tra i diversi clan che furono costretti a costruire torri sempre più alte e più possenti per difendersi dai nemici. Oggi gli scontri sono cessati e molti abitanti sono emigrati, abbandonando i villaggi ad un destino di rovina. Tra i tanti, vale la pena di visitare Vathia, le cui torri sono le meglio conservate delle ottocento sparse lungo tutta la penisola e sono poste in una posizione spettacolare, con un panorama mozzafiato sulla costa. La strada che percorre il Mani si ferma a Porto Kagio un minuscolo villaggio di pescatori, dove si trovano solo un paio di taverne. Il borgo dispone però di un mare pulitissimo e si trova ad un’ora di cammino dal faro di Capo Ténar, uno dei punti più meridionali dell’Europa.

Mistras

La città bizantina di Mistras risale al 1249, quando divenne la sede del principato di Acaia e, attraverso varie vicende storiche, venne abbandonata dai suoi abitanti nel 1832. Oggi è un museo all’aperto, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Essendo esposta al sole, la sua visita può essere molto faticosa, specialmente se effettuata nelle ore pomeridiane. Il sito possiede due entrate, inferiore e superiore, per cui il nostro consiglio è di lasciare il mezzo nel parcheggio dell’entrata inferiore e portarsi alla biglietteria superiore con i taxi che stazionano presso il parcheggio basso. In questo modo si visita il sito utilizzando il sentiero in discesa che tocca tutti gli edifici principali. Appena oltrepassata la porta Nauplia si raggiunge la chiesa di Agia Sofia, contenente alcuni affreschi interessanti. Da qui si ha una vista strepitosa su tutta la vallata e sul palazzo dei despoti. La porta di Monemvasia costituisce l’entrata alla città bassa da dove si raggiunge l’edificio più prezioso di Mistras: il Convento di Pantanassa ancora oggi abitato dalle monache. La sua chiesa del 1300 è ricca di affreschi, apoteosi dell’arte bizantina. Proseguendo ulteriormente verso il basso s’incontrano il Monastero di Perivleptos, scavato nella roccia, con affreschi trecenteschi ancora intatti e alcune antiche abitazioni private. Poco prima dell’uscita si trova la bellissima Mtripolis dalla facciata in pietra e pregevoli arredi interni. La visita di Mistras può durare dalle tre alle cinque ore ed è consigliabile affrontare la visita con una buona riserva di acqua.

Olimpia

Non si può lasciare il Peloponneso senza prima aver visitato l’antica Olimpia dove, a partire dal 776 a.C., si svolgevano ogni quattro anni i giochi in onore di Zeus, oggi conosciuti come Olimpiadi. Degli edifici che all’epoca popolavano il sito non sono rimaste che rovine che, tuttavia, hanno permesso di individuare le costruzioni del santuario olimpico. Il luogo ha comunque mantenuto intatto il suo misticismo. L’antica Olimpia è legata a molti miti, come quello relativo ai due fiumi che la bagnano: il Cladeo e l’Alfeo. In particolare quest’ultimo ha uno stretto rapporto con il mito di Aretusa tanto è vero che Strabone affermava che "Ogni volta che a Olimpia si celebrava un sacrificio, le acque della fonte Aretusa si macchiavano di rosso; e se a Olimpia si gettava una coppa nel fiume Alfeo, questa riemergeva nelle acque del mare di Siracusa”. 

Qualche consiglio sulle strade da percorrere

La strada più breve e più panoramica che collega Epidauro a Monemvasia è quella che costeggia il mare sino a Leonidio e che poi s’inoltra nell’entroterra passando per Kosmas, Gheraki e Molai.  Detto così, l’itinerario sembra facile e scorrevole, ma in realtà è irto di difficoltà. La prima si trova attraversando Leonidio, anche chiamato l’incubo dei camperisti: la strada che lo taglia in due è talmente stretta che si corre continuamente il rischio di rimanere incastrati tra i balconi sporgenti. Superato il paese, la strada comincia ad inerpicarsi nel nulla. Il paesaggio è bellissimo, ma sino a Kosmas non s’incontra anima viva, per cui in caso di guasti si rischia di rimanere fermi per ore. L’ultima difficoltà si trova a Kosmas ed è costituita da una curva a gomito molto stretta, è percorribile ma con molta cautela. Dopo quest’ultimo villaggio, la strada si allarga ed è facilmente percorribile. Sebbene presenti alcune difficoltà, questo percorso è bellissimo perché, oltre a costeggiare il mare, passa attraverso una zona montana fatta di boschi e di macchia mediterranea dal profumo inebriante e, poiché la zona montana è piuttosto selvaggia, riporta il viaggiatore alla Grecia dei primordi. Le strade del Mani sono poco frequentate, ma molto strette e con passaggi piuttosto difficoltosi in alcuni punti. Onde evitare rischi al mezzo, è opportuno stabilire il campo base a Githio e noleggiare uno scooter, i cui prezzi sono veramente bassi e esplorare la penisola con questo mezzo. Il percorso che mette in comunicazione Mistras con Kalamata e la costa occidentale del Peloponneso si sviluppa su una strada montana piuttosto tortuosa e con passaggi angusti. Si consiglia quindi di percorrerla di giorno, usando la massima cautela nei tratti più brutti. La costa occidentale del Peloponneso offre molti spunti di visita sia dal punto di vista delle spiagge che delle cittadine storiche. Tra le prime vanno senz’altro citate quella della baia di Navarino, della baia di Voidokilia, tra le più belle di tutta la Grecia e del paesino di Kalo Nero, mentre tra le seconde vanno ricordate Koroni, Methoni, con la sua possente fortezza veneziana e Pylos, che ha perso  tutta la sua valenza storica, ma va messa in evidenza perché era la città su cui regnava il saggio Nestore, uno degli eroi dell’Iliade.

Per la sosta

Corinto AA, Afrodites Waters, Ancient Corinth, GPS: N 37° 54' 41.004'' E 22° 52' 42.995'', tel. +30 2741027333,

, camperstop.gr, camper stop munito di tutti i servizi necessari, distante 300 m dagli scavi archeologici di Corinto e 400 m dal centro città. 30 piazzole. Sempre aperto. 

Micene, Argos Camping Mycenae, Mykines, GPS: N 37° 43' 8.991'' E 22° 44' 48.055''

Camping Atreus, Mykines, GPS: N 37° 43' 8.396'' E 22° 44' 27.308''.

Nafplio PS senza servizi presso il porto, Nafpliou Neas Kiou, Nafplio, GPS: N 37° 35' 10.806'' E 22° 47' 25.688''. Si tratta di un semplice parcheggio, ma molto suggestivo, specialmente di notte, quando vi sono attraccate le navi da crociera completamente illuminate.

Epidauro Per la visita del sito esiste un enorme parcheggio, mentre per la sosta notturna è conveniente scendere a Palia Epidavros dove, come è stato detto nel testo, si può sostare sulla spiaggia durante la bassa stagione, altrimenti si può utilizzare il Camping Verdelis, Palia Epidhavros, GPS: N 37° 37' 8.839'' E 23° 9' 25.383'', tel. +30 2753 041425, www.campingverdelis.gr.

Monemvasia Per la sosta diurna si possono utilizzare i parcheggi sul mare posti all’entrata della cittadina. Per la sosta notturna conviene spostarsi nel parcheggio del porto, ma solamente dopo una certa ora: di giorno è sempre molto affollato dalle vetture dei locali.

Githio Camping Gythion Bay, Mavrovouni Beach Githio, GPS: N 36° 43' 59.7'' E 22° 34' 13.839'', tel. +30 2733022522,

, www.gythiocamping.gr 

Camping Porto Ageranos, Periferiaki Githiou, Gythio, GPS: N 36° 43' 59.7'' E 22° 34' 13.839'', tel. +30 2733 093342,

, porto-ageranos.gr

Camping Meltemi, Anatoliki Mani, GPS: N 36° 43' 49.267'' E 22° 33' 11.861'', tel. +30 2733022833 - +30 2733023260,

, www.campingmeltemi.gr

Nella bassa stagione è possibile sostare e pernottare nel porto od in prossimità del relitto di nave all’entrata del paese, provenendo da Monemvasia.

Mistras Camping Castle View, Ethniki Odos Spartis Mistras, GPS: N 37° 4' 8.18'' E 22° 22' 32.775'', tel. +30 2731083303,

, www.castleview.gr.

Camping Paleologio Mystras, GPS: N 37° 4' 20.032'' E 22° 24' 17.179'', tel. +30 2731022724,

, www.campingpaleologio.com.

Volendo si può anche pernottare nei parcheggi del sito ma, dopo una certa ora, si spopolano e la località è piuttosto isolata.

Olimpia Camping Alphios, Olympia, GPS: N 37° 38' 34.786'' E 21° 37' 11.809'', tel. +30 2624022951,

Roberto Serassio